DI L0IUÌNZ0 PRIUL1. 1582. 433 E quando pure le cose declinassero ad una total felicità de’fran-cesi, credono molti che lei volterebbe facilmente mantello e troverebbe anco modo di opponersi alla loro grandezza. Ma venendo alla considerazione dell’animo e inclinazione del re intorno le cose di Fiandra, è diffìcile il far giudicio di quello che sia per seguire. Perchè da una parte è cosa certa che il re ama poco il fratello, ed è male inclinato verso la sua grandezza. Si sa che volendo sua maestà continuar nelle solite sue prodigalità, non gli avanza il modo per aiutarlo. E in fine ognuno intende che sua maestà è inclinatissima alla pace, e che non vuol rompersi col re cattolico. Dall’altra poi la regina madre, che inclina grandemente alla grandezza del figliuolo, poi che lo vede già in stato, non giudica bene l’abbandonarlo; però lo favorisce, e lo favorirà sempre quanto potrà appresso il re. Tutti i ministri principali poi sentono che sua maestà debba abbracciar questa impresa e la persuadono per onorevole, per giusta, per utile e per facile. E quanto al capo dell’onorevolezza, dicono che conviene all’ onore, e riputazione del re vendicarsi del torto grande fattogli da’ spagnuoli nel negozio di Saluzzo trattato da loro con pochissimo rispetto verso quella corona, e, senza causa ragionevole, mostrando grandissima ingratitudine verso il re che ha sempre amato la pace con loro. E che medesimamente perderebbe molto il re della sua riputazione, quando abbandonasse un suo fratello, che si può dir unico figliuolo di Francia, fatto già padrone, per libera volontà de’ popoli, di stali di tanta qualità. Dicono poi che la causa sia giusta , perchè il dominio di quei paesi è stato conferito liberamente in sua altezza da popoli che n’ avevano 1' autorità, non solamente per averne il possesso libero, ma ancora perchè con ragione si erano liberati dal dominio de’ spagnuoli, per non aver loro osservato gli antichi privilegi. Propongono ancora il dominio e la superiorità che avevano i francesi sopra il paese d’Artois e di Fiandra, e considerano finalmente che occupando illegittimamente il re cattolico lo stato di Milano, che con ragione doveria esser posseduto da loro, si possa con ragione occupar gli stali di Fiandra. 55