248 RELAZIONE DI FRANCIA siderava e provava, che sebben il re aveva le vittorie, però facevano poco effetto ; e che si poteva temere che nell’avvenire esse vittorie, come tutte le cose che son fuori del nostro potere, non potessero esser così certe, massime vedendosi le grandi dissensioni che erano nel campo del re, non si volendo ceder 1’ uno all' altro, e sapendosi che non si poteva deliberar cosa nel consiglio del re, che i nemici non ne fossero subito avvertiti. E sebbene il re aveva più gente dalla sua parte, niente di manco si trova due volte più battaglie guadagnate dal minor numero che dal maggiore, e massime essendo la gente di quelli dell’ altra parte disperata, risoluta e bellicosissima. E benché avessero anco manco denari dalla sua, quei tanti che avevano eran meglio governati che quei del re, e non mancava loro modo di trovarne così fra essi medesimi (essendo deliberati più presto d’impegnarsi loro e i figliuoli, che di mancare alla difesa), come da’ principi forestieri, sapendosi che d’Inghilterra, da Genova, e forse da qualche parte dell’Alemagna, glie ne era somministrati. Poi si conosceva che anco vincendo delle altre battaglie, non si poteva estirparli, perchè avevano delle fortezze nelle mani da potersi ritirare; in modo che a estirparli del tutto saria bisognata una lunghezza e una fatica estrema, la quale avria riempito il regno di fuoco, di sangue e di solitudine, con manifesto pericolo che i vicini fossero andati ad occupar il nido vuoto. Nè pareva che fosse da sperare che con la morte di qualche capo, come dell’ammiraglio, le cose per questo avesser fine, perchè la medesima speranza si aveva quando morì il principe di Condè, la qual però riuscì vana. Però, siccome si vedevano le speranze con tanti contrari, così all’incontro si conosceva il pericolo manifesto che correva il re e il regno perdendosi una battaglia ; perchè si sapeva che molti si sariano scoperti e voltati contro la maestà sua. E se gli ugonotti nelle miserie erano tanto elevati e pieni di tanto animo ed alterezza, a ctìe si doveva creder che gli avrebbe ridotti la insolenza di una vittoria, sapendosi massimamente quanto mal volentieri si torna ad esser soggetto ad uno contro cui si sia vinto ?