»1 MATTEO DANDOLO. 1542. 31 vicino sin a Torino sempre per il paese suo, senza impedimento alcuno, dove sono tanti passi così forti, che sua maestà manifestamente ha compreso che se il duca l’avesse voluto difendere, essa avrebbe avuto di gran fatiche ad ottenerlo. E ragionando meco quei di Ciamberì, principal terra in essa regione , mi dissero che quando il re la mandò a dimandare, chiesero al duca quanto egli volesse comandare, e lui rispose che non voleva i danni loro , onde si dessero e conservassero in pace col re, ma che a lui, se potevano, servassero il cuore. Il quale glielo mantengono costantissimo, promettendo che se il re proprio glielo venisse a domandare gli risponderebbono d’ aver in ciò l’animo fermo, se ben da molli vien detto eh’esso duca faceva dell’ingiustizie infinite. Ha poi nel Piemonte quanto 1’ EE. VY. intesero per le mie da Torino nell’ andar in là, dove scrissi che vedevo i francesi fortificare di sorte il paese, che mi pareva avessero in animo di non più restituirlo; e siccome nell’andare non trovai terra nella Savoia che avesse l’arme di Francia, così a questo mio ritorno le ho trovate anco in ogni minimo luogo, nuove e bellissime ; il che conferma quanto già scrissi questo giugno alla S. V., che sua maestà aveva detto a Montepulciano (1) che ella aveva unita la Savoia alla corona. Non si trova signore in Francia che si possa dire padrone assoluto del suo stato, nè signore o duca che si possa chiamar grande nè ricco ; perchè, oltre la soggezione loro, non è alcuno che passi 20 o 25 mila scudi d’ entrata ; e di questo numero non credo che siano cinque o sei, includendovi anco il duca di Yandomo, che è il primo successore alla corona dopo i figliuoli di S. M. L’autorità poi de’ baroni sopra i sudditi loro è di tanto per fuoco all’ anno , che non passa sei o otto soldi per fuoco, di tre mesi in tre mesi ; un soldo de’ quali sono tre de’ nostri. Taglie o imprestiti non possono mettere senza consenso del re, il quale rare volle lo consente, e la corona non trae da loro altra utilità che del sale, nè mai mette taglie, se non in qualche grandissima necessità. Si governa tutto questo così grande stato con la parola . (1) Il cardinale Marcello Cervino legato pontificio.