DI LORENZO CONTARJNI. 1551. Cìl o in parte nelle mani di sua maestà cesarea, e desiderando insieme di facilitar la guerra con l’imperatore avendo a far con lui solo; se il legato Verallo offerirà partito onesto, tengo per certo che il re sia per accettarlo e per pacificarsi col papa, sì come mi affermò anco il contestabile, e io scrissi allora a Vostra Serenità: il che piaccia a Dio che segua, acciocché, oltra lo stato della Chiesa, non si corra rischio di perder anco la reputazione di quel grado , che ha pur per spazio di tanti anni onorato la nostra Italia. Il medesimo ho detto che si teneva dell’ animo del re verso l’imperatore anco innanzi la guerra; perocché sono tante e tali le differenze tra questi due principi, e così diffìcili da rassettarsi, che sì come in tempo del re Francesco non fu mai in tanti anni trovato, nè da papi nè da ministri, nè da loro medesimi quando furono insieme, modo di concluder una buona pace tra loro, così non si può trovar anco con questo re; il quale nel principio del suo regno volle in un certo modo chiarirsi dell’ animo dell’ imperatore verso di lui quando mandò mons. di Brissac in Augusta ad offerir il matrimonio di madama Margherita sua sorella col principe di Spagna o di Piemonte; e l’imperatore rispose che non ricusava che si facesse quando il re volesse restituir il Piemonte e la Savoia, dicendo che si troveria anco modo di composizione nelle altre differenze che sono fra loro. Ma avendogli risposto Brissac, che l’intenzione del re era di non sminuir alcuna cosa alla corona di quello che gli aveva lasciato il padre, e particolarmente del Piemonte e Savoia, si rivolse l’imperatore dicendo che altramente non si potria far cosa alcuna fra loro buona; in modo che si certificarono fino d’allora degli animi loro; e pare al re di averne veduto gli effetti dalla parte dell’ imperatore, pretendendo che sua maestà cesarea per 1’ assedio di Parma e della Mirandola sia stata la prima a mover guerra. Col re de’Romani non si può dir il medesimo perchè non vi è fra loro pretensione di stati, sì che l’uno si chiami offeso dall’altro per questo conto; oltra che col re di Boemia suo figliuolo il re di Francia tiene amicizia, e lo invitò a te-