348 RELAZIONE DI FRANCIA così grave caso della partita dì corte di Monsignor fratello del re (1), tutti i cammini erano turbati, con gran pericolo dei viandanti di essere svaligiati e mal trattati. Ma fattomi buono animo dal governatore, ed essendo noi grossa compagnia, e datomi per guida un barone, molto onorato gentiluomo della camera di sua maestà, che con buona compagnia d’ alcuni altri onorati gentiluomini mi accompagnò, pigliando noi il cammino per la via di Borgogna, ancorché più lunga dell’or-dinaria, però stimata molto manco pericolosa, alloggiandosi quasi sempre in città e terre murate, e tutte ben guardate, ci conducemmo, Dio grazia, salvi e senza alcuno impedimento alli 22 del mese d’ ottobre al ponte Schiarantone, due picciole leghe presso alla città di Parigi, incontrato due giornate prima di quel luogo dal signor Geronimo Gondi, deputato ordinariamente al ricevimento e cura degli ambasciatori, mandato dalla maestà sua espressamente a questo effetto d’incontrarmi e accompagnarmi, come fece con onorata compagnia; onorato parimente e visitato per tutte le città e terre trovate per cammino, tanto per la Savoia quanto per la Francia; e presentato per tutte d’ alcuni fiaschi di vino, quello che sebbene è in Germania uso frequentissimo con ogni mediocre qualità di persone, però in Francia non è solito di usarsi se non verso i grandi principi. Al ponte Schiarantone ritrovalo il clarissimo ambasciatore Morosini (2) e l’ambasciatore di Ferrara, con molti altri gentiluomini italiani, fui fatto fermare in quel luogo fino al giorno seguente delli 23, che fu la domenica, per far poi 1’ entrata in Parigi. La qual come successe, Vostra Serenità 1’ intese dalle mie lettere, che fu, per il vero, con ogni grandezza e onore di questa Eccellentissima Bepubblica, per la qualità e quantità di persone tutte nobili, uscitemi incontra a circa due leghe; avendo 1’ ambasciatore Morosini condotto seco tutti i principali della nazione italiana, con tutte le famiglie degli (1) II quale temendo per la sua libertà, come più oltre è detto, era fuggito di corte, il 15 settemb., per mettersi, come fece, alla testa de’malcoritenti. (2) Ambasciatore ordinario, del quale ci manca la Relazione. Stette in quella legazione dal principio del 74 al principio del 77.