408 RELAZIONE DI FRANCIA travagli di molte altre provinole; ma si ancora perchè chi considerava più intimamente quel regno, lo vedeva fondato sopra buone e santissime leggi bene osservate, e governato, se ben sotto l’imperio di un solo, però con grande moderazione per l’autorità de’ magistrati, principalmente de’ parlamenti, e nelle cose gravissime per quella dei tre Stati del regno, che sono il clero, la nobiltà e il popolo; con i quali mezzi si sosteneva l’integrità della giustizia e l’interesse del ben comune. Nel qual regno fioriva insieme la religione più che in alcun’ altra parte del mondo, e vi erano tanto stimati e amali i re, che si poteva dire che più presto vi fossero adorati. Dove finalmente era grandissima 1’ unione e la concordia tra tutti gli ordini e stati di persone, tanto che niuno era oppresso, e ognuno godeva delle cose sue e della sua libertà con contento e giubbilo universale. Di modo che vedendosi chiaramente le cause della prosperità e grandezza di quel regno, niuno poteva con ragione meravigliarsi che quella monarchia si fosse conservata per lo spazio di milleduecento anni o poco manco; quello che non si può dire d’alcun imperio nè presente nè passato, eccetto che del moderatissimo governo di questa serenissima Repubblica, che in questa parte, per grazia del Signore Iddio, concorre ed è forse superiore al regno di Francia. Ma chi vede la catastrofe di questa tragedia, voglio dir chi considera lo stato presente delle cose tanto diverso dal passato, convien con gran ragione meravigliarsi; poiché vivendo tuttavia la medesima forma di governo, i medesimi magistrati, potendo esser eseguiti i medesimi ordini e le medesime leggi, si vedono però effetti in tutto contrarj nelle cose della giustizia, del governo e della religione; tanto che pare che tutte le cose siano messe in grandissima confusione. Era per il passato attribuì la la colpa di questi tanti disordini alle discordie e guerre civili di quel regno, le quali, per dir il vero, sogliono partorir effetti dannosissimi; ma essendosi già qualche anno rimesse le armi nella maggior parte del regno, e avendo avuto quelle poca forza dove pur sono vissute e regnale, non si avendo veduto seguir effetti di molta importanza, continuando tuttavia grandissimi disordini, couvien ognuno ragionevol-