ni ZACCARIA CONTAMINI. 1492. 7 alle cose loro mediante dimostrazione di una intrinseca e cordisi benevolenza che abbiano con la Vostra Sublimità; la qual cosa, per quanto posso giudicar e comprendere, non credo che sia perniciosa ad bene esse dello Stalo della Sublimità Vostra. I giorni che siamo stati a Milano e a Pavia gli osti non hanno voluto da noi altro pagamento che le bene andate, allegando aver cosi in commissione dai loro Signori. Della condizione del duca, del signor Lodovico e di quello Stato, avendo dimorato sì poco a Milano e a Pavia come in effetto abbiamo fatto, non ne possiamo aver avuto informazione e istruzione, che assai meglio la Vostra Sublimità e cadauno di questo gravissimo Consiglio non ne sappia ed intenda mediante le relazioni che dagli oratori residenti a Milano, una più degna più elegante e più copiosa dell’ altra, vengono riferite alla Vostra Sublimità; e però eleggo per il meglio pretemettere tulto quello che io possa saper di questa materia sub silenlio, e lasciar il carico a quelli che per simil causa verranno dopo di me, i quali lo faranno perfettamente. Venissimo poi a Torino a’ dì 28 del mese, scontrati e ricevuti per due miglia fuora della terra da mons. Divonne presidente del Consiglio Secreto, e messer Piero Cara (1) collaterale pur di quel Consiglio, con circa trenta cavalli, i quali ne accompagnarono aH’alloggiamento; e immediate che avessimo desinato, quei medesimi ne vennero a levar di casa per accompagnarne dove era Madama (2); la qual trovassimo in Castello in una sua camera tutta coperta di panni negri, nella qual camera lei era in un cantone insieme con monsignor di Bressa, cioè Filippo (3), e messer Antonio Campion episcopus Gebennarum (di Ginevra), e cancellier generale di quello Stato. In un altro cantone della camera erano circa undici donzelle, e tutto il resto era pieno di persone come una chiesa quando v’è qualche grande indul- (1) Dotto e facondo consigliere, e più volte oratore al Papa e ad altri principi: fu amico e mecenate dei dotti, e protesse l’introduzione dell'arte della stampa a Torino. Mori nel 1502. (2) Uianca di Monferrato, vedova già da due anni del duca Carlo I detto il Guerriero. (3) Del quale è parola più a basso.