DI GIOVANNI MICHIEL. 1575. 365 non solo nella minorità dei figliuoli, ma quando sono usciti di quella, è andata fomentando le discordie e divisioni, prevalendosi quando dell’ una e quando dell’ altra, secondo che per le sue private passioni le tornava bene: avendo ella atteso, quando ha potuto, a tener i figliuoli, eliam in età adulta, lontani dai negozi e dai pensieri gravi, a fine che, come inesperti e deboli, si rimettessero ( come facevano, e tuttavia fa questo re ) a lei, guadagnando essa, con questo, maggior grazia e maggior favore. Intende essa regina e conosce da lungo tempo questa imputazione che le è data, che sia causa di lutti i mali, e 1’ odio che perciò Je è portalo ; attribuendosi a lei l’aver ultimamente dissuaso il re da quel buon consiglio che gli fu dato quando passò per Italia, cioè che entrando nel regno, vi entrasse quale usciva di Polonia, cioè disarmato, e con far pubblicar, subito che arrivava, un perdono generale, liberar i prigioni, e abolir i processi ; e siccome era re .nuovo, così volesse che lutto fosse nuovo : avendolo lei persuaso al contrario, che entrasse armalo, e in esser tale da farsi non pur rispettar ma temere, a fine che, venendo a quelli effetti di liberar i prigioni e pubblicar un perdono , non paresse che vi venisse più per paura e per viltà che per grandezza e per magnanimità. Quello che , se fusse seguilo come si doveva, non era reputalo anco mal consiglio, e fu approvato anco dal duca di Savoia, secondo che egli mi ha detto: ma il male fu che, quanto all’ effetto di fare entrare il re armalo ( qual fosse poi la causa ), non se ne fece niente o poca cosa, essendo venuto il re da Torino a Lione con forze tanto deboli che non meritavano pur d’esser considerate, non che temute. Onde venne ad entrare nè armato nè disarmato ; consiglio, come dico, attributo alla regina e a’ suoi consultori, e, dall’ evento, giudicato pessimo ; dal quale sono poi derivali tutti gli altri mali successi, e dopo quel tempo conosciuto per tale anco dal re medesimo, di che in secreto ne è stalo e sta dolentissimo. Ma è tanto il credito e 1’ autorità che ella ha con lui, che nè lui nè altri ardiscono contradirle. Perciò ella non stima nè odio nè imputazion che le venga data, sapendo molto bene, che in suo disonore sono stati non