34 RELAZIONE DI FRANCIA o che sua maestà si ricorda e propone alcuna cosa molto importante , o che monsignor ammiraglio ne propone a lui alcuna delle trattate nel precedente consiglio stretto, e si ragiona e determina di tutte le cose che devono stare segretissime; le quali tutte, grandi e piccole, sono passate sempre (per tutto il tempo che mi son fermato in quella corte) così segrete, che certo s’io non mi vi fossi trovato non lo averei potuto credere. In questo così stretto consiglio è stata trattata tutta la presente guerra, cioè I’ espedizioue. Spedito detto consiglio, sua maestà va alla messa, e poi a desinare; dopo il quale se gli appresenta il cancelliero con alcuni altri dello stretto consiglio , e gli espongono ancor loro alcuna cosa trattatasi o alcun’altra da trattarsi in quel giorno; dopo di che si leva da tavola, e si ritira in piedi in un cantone o ad una finestra , e dà udienza agli ambasciatori e altri secondo 1’ ordine posto, astante gran moltitudine di principi e cardinali, che più segreta non si può avere, fuorché alcuna fiata che sua maestà comanda che si ritirino addietro. La quale udienza dura lo spazio di una o due ore, fino che lei è astretta di ritirarsi al suo riposo; dandola tanto benigna e larga quanto desiderare si possa, se bene dai suoi s’ intende lei aver piacere che siano brevi quelli che la dimandano. L’udienza di sua maestà non si ha in altra maniera , massime non dovendosi trattare di cose serie, grandi e importanti, che per mezzo di mons. ammiraglio ; che quando gli ambasciatori hanno da trovarsi con la maestà sua, mandano ad esso i loro segretari, ed esso ne mette ordine con la maestà sua ; il qual ordine non si può avere più presto che il giorno seguente per il dopo desinare. Sono nella Francia tre principali titoli e gradi , e sono così grandi che non si chiamano gradi, perchè non hanno nè pari nè inferiori, ma ciascuno è solo nel suo grado, quali sono: il cancelliero, il contestabile e l’ammiraglio. II cancelliero è capo della giustizia, e ha grandissimo imperio, e per 1’ offizio suo può far grazia e condannare come gli pare e piace, anco in pene capitali, senza il consenso del re, e