DI GIOVANNI CORRERO. 1569. 181 vazione antica, che sempre nelle minorità dei re i principali son soliti tumultuare, per causa del governo, non potendo essi tollerare d’ esser comandati da altri che dal proprio loro re naturale. E continuando il parlare, soggiunse aver letto in Garcassona , nel ritorno suo da Bajona , una cronica scritta a penna, nella quale vide che la madre del re San Luigi rimase vedova col figliuolo, che non aveva più di undici anni: e subito i grandi del regno si sollevarono mormorando di non voler esser governati da una donna, e donna forestiera. E per venir più facilmente a fine de’ loro disegni , si unirono con gli eretici Albigesi, i quali, come questi, non volevano preti, frali, messe , immagini , chiese, nè simili cose. Chiamarono ancora un re d’Aragona in loro aiuto, a tal che fu necessario venire a giornata. Tolosa, ricettacolo loro, fu smantellata ; e finalmente, a persuasione della regina, sì fece la pace, e furono concesse a’ sollevali molte cose che domandavano. Col tempo poi, e per consiglio della madre, il re fatto grande, prese quella vendetta de’ suoi ribelli, che essi si avevano meritata. Accomodava poi sua maestà tutti questi particolari agli accidenti avvenuti al suo tempo. Lei vedova forestiera senza confidenti, col figliuolo di undici in dodici anni, i grandi sollevali per il governo, ma sotto pretesto di religione, la regina d’Inghilterra e tedeschi in loro aiuto : si combattette, si vinse, e prese Orleans, smantellata ad imitazione di Tolosa: fu fatta la pace, per suo consiglio, a vantaggio per gli ugonotti. E lo confessava sperando d’acquistare col tempo quello che non gli pareva poter ottener con l’armi senza grandissima effusione di sangue. A questo passo io gli dissi : « Madama, vostra maestà deve sentire grandissima consolazione, perchè, essendo questi motivi un ritratto delle cose successe in quei tempi, ella può essere in un certo modo anco sicura totalmente del fine (intendendo del gastigo). » Ella, postasi a ridere forte (come quando sente alcuna cosa che gli piaccia), rispose : « Non vorrei già, che qualcuno sapesse che io avessi letto questa cronica, perchè diriano che io mi governo ad imitazione di quella buona dama e regina che si chiamava Bianca, e fu figliuola d’ un re di Castiglia. » Tale dunque era