230 RELAZIONE DI FRANCIA portanza, in tutte le parti del regno, gli uomini son talmente esercitali, che quasi tutti si son fatti buoni soldati. A questo si aggiunge, che essendo i gentiluomini, e massime i secondigeniti, per le molte e gran rovine del regno, impoveriti, e non polendosi rimetter nelle compagnie d’uomini d’arme per il gran prezzo dei cavalli e delle armi, si son contentati mettersi nelle compagnie di fanteria, la quale anco per questa causa si è fatta molto buona e bella. È tanta in numero, che dal conto, che si può far facilmente, della fanteria francese che si è trovata nel medesimo tempo in essere, fra i due eserciti de’cattolici e degli ugonotti, chiara cosa è che han passato 80,000, quasi tutti archibusieri, soldati esercitati, e da poterne aspettar ogni buon servizio. Di questa il re inter-tiene al presente 70 compagnie di 40 uomini per una, che fanno il numero di 2800 fanti, le quali sono compartite in diverse terre di frontiera, e la maggior parte verso i confini della Fiandra; ed esse 70 compagnie son sotto sette capi, che in Francia si chiamano maestri di campo, a dieci compagnie per uno; delle quali 60 obbediscono al signor Filippo Strozzi che fu figliuolo del signor Piero, il quale è colonnello generale di tutta la fanteria francese di là dai monti, e dieci compagnie sono in Italia in quelle fortezze; delle quali è capo il contin di Brissac, che fu figliuolo del maresciallo, giovanetto di anni dieci. Lo Strozzi è capitano che ha buon nome, così per la memoria del padre, e per esser molto favorito dalla regina madre, della quale è parente, come per essersi dimostrato valoroso in queste guerre. Non par che pensi alle cose di Fiorenza e di casa sua, come faceva suo padre, e questo gli porta appresso Francesi tanto più credito, vedendo che non ha alcun suo fine particolare, ma solamente del servizio del re e del regno. Oltre questa fanteria propria del regno, il re si è servito e si suol servire di fanteria forestiera, svizzera e italiana: della svizzera intrattiene, come han fatto i re suoi predecessori, undici dei tredici cantoni; e di questa nazione può sempre che vuole levarne quella quantità che gli piace. Della quale il re fa mollo conto, e certo con gran causa; perchè oltra