558 RELAZIONE DI FRANCIA non manco gli amici esclamano grandemente) specialmente il cancelliere, il maresciallo di Rez, e il duca di Nevers, tutti italiani. Avversano, oltre questi, anco quelli di Guisa, tenuti per forestieri e alemanni, e anco la regina madre. Ma di questa non dicono quanto alla possessione dei beni, ma sì bene quanto all’ introdursi nel governo e nell’ amministrazione. Per regolazione dei quali disordini dimandano che siano tenuti gli Stali : e per non escluder quelli della nuova religione, ricercano il libero uso di quella e esercizio fino alla convocazione di un generai concilio, intendendo di loro regnicoli, e non d’ altre nazioni. Ora a queste cause e gravami pubblici eh’ io ho narrati, s’ aggiungono i privati, che, quanto alla divisione del regno, stringono molto più, dipendendo questi da due case principali congiurate all’ oppressione e distruzione 1’ una dell’ altra ; le quali case, per le dipendenze e seguilo loro, hanno partito tutto il regno non solo quanto ai particolari signori e gentiluomini, ma quanto ai consiglieri regi, e 1’¡stessa casa e sangue reale. Sono queste, come ognun sa, la casa di Guisa e Momoransì. Le cause dell’odio e inimicizie fra loro siccome sono molte e grandissime, così, come notissime, lascio di riferirle, concorrendovi molte e capitalissime dall’una all’altra parte, con pochissima speranza di vera concordia e riconciliazione fra loro ; massime che non hanno mancato nè mancano di quelli di più autorità appresso il re, che non solo hanno caro ma procurano quanto possono d’ accrescer questa divisione. Non riconciliandosi dunque queste, che si posson dire il seminario della guerra, come potrà mai esser una pace nel regno, essendo cosa verissima che ciascuna di loro per suo interesse particolare attende a fomentar la guerra? Perchè eliam che per quella il re si distrugga, essi ne stanno meglio, e par loro d’esser più sicuri l'uno contra l’altro; avendo nella guerra quelli di Guisa sempre i principali carichi della parte del re, e per questa via crescendo ogni ora più di credito e di favore, e conseguentemente sperandone, e promettendosi nuove grazie e nuovi doni, non solo con fine di pagare i loro debiti, che sono grandissimi, ma di accrescerne e