DI GIOVANNI CORRERO. 1569. 203 cevole con ognuno. Fa professione di non lasciar partir da sè alcuno se non contento, e lo fa almeno di parole, delle quali è liberalissima. Nei negozi è assidua, con stupore e meraviglia d’ognuno, perchè non si fa nè si tratta cosa alcuna, per piccola che sia, senza il suo intervento. Nè mangia nè beve, e dorme a pena che non abbia qualcuno che le tempesti l’orecchie. Corre là e qua negli eserciti, facendo quello che dovrebbero fare gli uomini, senza alcun risparmio della vita sua. Nè con tultociò è amata in quel regno da alcuno ; e se è, è da pochi. Gli ugonotti dicono che ella li tratteneva con belle parole e finte accoglienze ; poi dall’altro canto s’intendeva col re cattolico, e macchinava la distruzione loro. I cattolici all’incontro dicono che s’ella non li avesse ingranditi e favoriti, non averiano potuto far quello che hanno fatto. Di più, egli è un tempo adesso in Francia, che ognun si presume ; e tutto quello che s’immagina, domanda arditamente; ed essendogli negato, grida, e riversa la colpa sopra ia regina, parendo loro che, per essere ella forestiera, quantunque ella donasse ogni cosa, non per questo darebbe niente del suo. A lei ancora sono state sempre attribuite le risoluzioni fatte in pace o in guerra, che non sono piaciute, come se ella governasse da sè assolutamente, senza il parere e consiglio d’altri. Io non dirò che la regiua sia una sibilla, e che non possa fallare, e che sua maestà non creda troppo qualche volta a sè stessa : ma dirò bene che non so qual principe più savio e più pieno di sperienza non avesse perduto la scrima, vedendosi una guerra alle spalle, nella quale difficilmente potesse discernere l’amico dal nemico; e volendo provedere, fosse costretto prevalersi dell’opera e consiglio di quelli che gli stanno intorno, e questi conoscerli tutti interessati e parte poco fedeli. Torno a dire che non so qual principe sì prudente non si fosse smarrito in tanti contrarii, non che una donna forestiera, senza confidenti, spaventata, che mai sentiva una verità sola. E quanto a me, serenissimo principe, mi son meravigliato che ella non si sia confusa, e datasi totalmente in preda ad una delle partì; che saria stata la total rovina di quel regno. Perchè essa ha conservato pur