222 RELAZIONE DI FRANCIA mata al presente che non era per il passato, perchè, oltre il rispetto che milita sempre, che in Italia col favor suo potranno i francesi in qualche tempo far qualche cosa; senz’essa, poco; avendola contraria, niente; oltra questo rispetto, dico ora di più che vi concorrono diverse altre cause. E prima, vedono essi che per causa di queste lor divisioni quel regno ha perduto non poco della solita riputazione, e che perciò l’amicizie de’ principi gli sono necessarie, e gli apportano in questi tempi onore e sicurezza insieme. Onde devono farne gran conto; e maggiormente di quelle che sono giudicale più ferme e più costanti, fra le quali è connumerata per principale quella della Serenità Vostra. Vi è poi un’ opinione universale, che tanto sia dire la Signoria di Venezia quanto sia dir monti d’oro; e credono che non solo l’erario pubblico sia lutto pieno, ma ancora gli scrigni de’ particolari, e che in fine tutta la città sia oro e argento; onde non possano mai mancare a Vostra Serenità denari, nè il modo di trovarne facilmente. Questa opinione giova, e accresce riputazione alle cose di questo dominio, perchè ben si vede che le forze dei principi sono ora più misurale col denaro che con 1’ estensione de’stali. E chiaramente l’ha potuto comprendere quella maestà, che, quantunque fosse ella padrona di un regno così grande e potente, pure ha convenuto mendicare da’principi, da’particolari e da ogni sorte di persone con sommissione e poca dignità sua. Quello anco che fa stimar maggiormente V. S., è il vedere che al presente ella ha manco bisogno dell’ aiuto d’ altri che abbia mai avuto per il passalo, avendo, come si vede, quasi tutto il suo stato circondato da fortezze grandi, fornite, e mollo nominate in quelle parti, ciascuna delle quali chiameria lungo tempo e grande esercito prima che alcuno potesse sperare d'oppugnarla ; le quali due cose sariano atte a stancare ogni principe per grande e potente eh’ egli fosse. Or da queste considerazioni concludono che sebbene Vostra Serenità desidera e procura 1’ amicizia di quella corona, non però è costretta a farlo, nè è necessitata dipendere dalle voglie sue. E so che tra persone tenendosi un proposito tale, fu detto e risoluto così : che se a Vostra Sere-