DI MATTEO DANDOLO. 1542. 47 di colore sanguigno e rubicondo, di pelo rosso che tira al biondo, e si diletta molto dei costumi e piaceri del padre, mostrando di seguirlo volentieri in ogni luogo più assai che non il Delfino: dal che forse si vede il padre amarlo assai: ma lo tiene anco in briglia perchè per la fierezza sua facea delle cose stravaganti, come andar la notte con arme, e simili, per le quali cose S. M. lo tiene ripreso. Mostra di esser amato universalmente da ciascuno, talché la serenissima regina di Navarra di lui mi disse, non aver mai veduto più gran principe di coraggio e seguito, e che dimostri di esser per divenire sempre maggiore. Mostra di fare grandissimo conto degl’ Italiani, con chiamarli a sé, se ben non li conosce, e far loro accoglienze cortesi (1). Ha sua maestà la figliuola madama Margherita, nata fra I’ uno e 1’ altro di questi figliuoli, di modo che può avere da 20 in 21 anno, la quale è più presto simile al Delfino che a mons. d’ Orleans, ma ben certo molto umana e cortese e di gentilissimi costumi. Tiene ancor lei stanza e tavola separata. È di animo molto alto, e pare che vorrebbe per marito o Cesare o nulla; perchè di quello che si può credere gli sia preparato, qual’è mons. di Vandomo, si sarebber fatte le nozze già qualche mese, se non fosse eh’ ella non si vuol affrettare, benché ne sia sollecitata com’ io so (2). La sereniss. Delfina (3) si può dire benissimo complessionata, ma che si possa chiamare quanto alle qualità del corpo donna da figliuoli, non solo non ne ha ancora, ma dubito che non sia per averne, se ben non manca di pigliare per bocca tutte quelle medicine che possono esserle di giovamento alla generazione, dal che porta certo gran pericolo d'infermarsi peggio (4). È amata e accarezzala dal Delfino suo marito al maggior seguo; l’ama sua maestà ancora, ed è così ugualmente amala da tutta la corte e da tutti i poti) Pei disegni che Francesco aveva per conto di lui sul ducato di Milano. Veggasi a pag. 241 del Tomo I di questa Serie la nota 2. (2) Andette poi sposa nel 1559 a Emanuel Filiberto di Savoja. (3) Caterina de’Medici. (4) Questa volta l’oratore non fu buon profeta, siccome é noto.