208 RELAZIONE DI FRANCIA e non dipendente più da questo che da quel principe; solamente, lo giudicano un poco sospettoso e troppo severo; e da qui cavano che ella non sia molto pratica delle cose di stato, perchè dicono che si contenterebbero che procedesse con più destrezza, nè si dasse ( co'me fa ) così del tutto in preda al rigore. Confessa quella maestà d’esserle molto obbligata per la prontezza che ha mostrato in aiutarla di denaro, e concedergli alienazioni ed impegnazioni di beni della chiesa, e in raccomandarla ad altri principi. E sebbene qualche volta è andata ritenuta, non compiacendola d’ ogni richiesta, non per questo è stala accusata, perchè il papa sempre ha detto: « Fate da dovero ; che io non sono per mancare quando bene dovessi impegnar la vita. Ma che il mio denaro sia convertito in proprio comodo, e speso malamente, questo non lo voglio fare. » Sperano quelle genti che sua santità non sia mai più per abbandonarle in simili bisogni, perchè la conoscono zelantissima della religione. E mentre queste speranze dureranno, sarà essa riverita ed osservata da quella corte. Se si ha mo da considerare il papa come principe e solo padrone d' un dominio temporale, se la passano leggermente, perchè essi non possono per ora pensare alle cose d’Italia: e credo passerà anco un gran pezzo prima che i francesi prendano 1’ arme in mano ad istanza d’ alcun pontefice, perchè resta loro impresso nella mente che a persuasione di Pao- lo IV ruppero un’ onorata e vantaggiosa tregua, e furono poi costretti a fare una dannosa e poco onorevol pace per loro. Dell’imperatore è fatto un gran conto, ma più per rispetto dell’Alemagna , che per lui ; nè questo senza causa, perchè in effetto si vede che quel regno è talmente serrato e fatto forte dalla natura con due ordini di monti, Alpi e Pirenei, e due mari, Oceano e Mediterraneo, che non può dubitare di moto improvviso che sia d’importanza, fuori che dalla parte che guarda verso Germania : nel qual caso non sta mollo bene, per essere aperto verso una nazione numerosa e potente, e che può aver qualche sdegno contra quella corona, ritenendo ella (come fa) Metz, Toul e Verdun, terre franche dell’ imperio, senza avere alcuna pretensione sopra di esse.