DI ALVISE C0STAR1M. 1<)72. 249 Olirà di questo, dalle guerre nasceva un male secreto e molto pernicioso, perchè così quelli dell’ una parte come del-1’ altra si andavano usando a non obbedire al re nè alla sua giustizia, e a tener poco conto della sua autorità, a far tutte le cose per viva forza, e anco a incominciar mutazione nella forma del governo con gustar la dolcezza di una apparente libertà, camminando alla via di ridursi in tanti cantoni come sono gli svizzeri ; e questo pericolo si correva quanto ai popoli. Quanto poi ai grandi, la lunghezza della guerra metteva innanzi e ingrandiva certi capi principali, con far loro acquistar troppo credito, autorità e riputazione coi popoli, nome e fama coi forestieri, e per conseguenza troppa licenza contra il loro principe ; cosa pericolosissima ad uno stato, e vera semenza di altri furori civili, massime avendo riguardo alla età del re e de’ suoi fratelli. Queste ragioni eran poi aiutale da quelli che, o per interesse proprio, o per opinion che avessero che la pace fosse maggior beneficio del regno, dicevano, che bisognava bene smembrar il membro corrotto quando non fosse più speranza di sanità, ma quando se ne vedesse, benché poco, qualche segno, il medico saria omicida se lasciando i rimedi accomodati, usasse gli estremi. E si sforzavano di persuader al re che il male di questi non era incurabile, perchè non ricusavano di obbedire alla maestà sua, e che anco quanto alla religione si avria col tempo e con la destrezza potuto avanzare assai ; e che siccome un padre, avendo due figliuoli in discordia, non li fa combattere, per perder quello che gli è manco grato, e per servirsi poi in pace del vincitore; ma cerca di accomodarli e di riconcigliarli insieme, talmente che siano due sostegni della sua vecchiezza ; così il re doveva con carità paterna ridur quelli che fallavano alla dritta strada per stabilimento e sicurtà del suo regno. Le quali ragioni tutte hanno due volte, e massimamente quest’ultima, avuto forza di far concluder la pace : la qual però in Francia non si voleva che si dicesse fra il re ed i suoi sudditi ; ma che la maestà sua la faceva fare ai suoi sudditi fra di loro. E però nella capitolazione della pace il re chiama questi suoi buoni, 32