254 RELAZIONE DI FRANCIA parie caschi. Continua nei pensieri vecchi che lo stalo di Milano venga, o per via di matrimonio o di altro nella casa di Francia, e ne parla spesso con quei che giudica che abbiano il medesimo desiderio che ha lui. Verso la Serenità Vostra mostra una affezione e riverenza grandissima; e nel mio partire mi disse che per nome suo la dovesse accertare che se il signor Lodovico e gli altri della sua casa lascieranno il servizio di Francia, verranno a dirittura a Venezia. De’cardinali, quel di Borbone è signore di buona volontà, e in questi travagli del regno sebbene sia venuta gran parte della rovina da casa sua, e siano stati ammazzati in queste guerre due suoi fratelli (il re di Navarra, benché allora servisse il re, poi il principe di Condè) e parendo anco al presente che i principi di Navarra e di Condè suoi nepoli siano capi di quella fazione; niente di manco con la opinione che si ha della sua bontà, è sempre slato favorito da quelle maestà, nè mai abbandona la regina madre, e in parte col suo perpetuo ossequio ha ridotte le cose a termine, che suo nipote, il principe di Navarra, di ribelle e inimico che prima era chiamato dal re, al presente è, o presto sarà, cognato della maestà sua; nel qual negozio il proceder del cardinale ha concorso a sì buono effetto. Del cardinale di Lorena non posso dir cosa che non sia ben saputa dalla Sublimità Vostra, non solo per relazione di tanti suoi ambasciatori (avendo egli governata la Francia gran parte del regno del re Enrico e tutto quello del re Francesco li, e una parte di questo re), ma anco per propria conoscenza, essendo esso cardinale stalo in questa città più d’una volta. Di suo fratello, il cardinale di Guisa, si può dir poco, non avendo condizione più stimata che 1’ esser cardinale e di quella casa. Quello di Lans è signore da bene e di buon giu-dicio, ma non ha autorità. Ma perchè, come ho detto, tutto il governo consiste nel triumvirato della madre e dei due figliuoli, però a questi è da attendere. Io dirò delle persone e pensieri loro quello che ho potuto scoprire degno d’esser inteso da questo gravissimo Consiglio. Ma dirò anco prima una parola della regina, moglie del re, e degli altri fratelli e della sorella.