Piacque a Vostra Serenità, al principio del mese di luglio, con occasione dei sospetti di Fiandra, temendosi di rottura di guerra tra i re di Francia e di Spagna, destinarmi in Francia in posta, per dissuader quella maestà dalla guerra: carico veramente, dal quale per ogni rispetto stimava dover essere scusato, così per la mia età, già grave e consumata nei viaggi, come per la stagione pericolosissima, trovandoci noi allora nella maggior furia e ardore del caldo dei giorni caniculari. Nientedimanco, poi che tale fu il comandamento e la volontà della Serenità Vostra, accomodandomi a quella, volentieri la obbedii ; non parendomi a nessun tempo, e specialmente a questo officio di buon cittadino, uè di amante della patria, in quello che alcuno sia stimato buono e atto a poter far servizio, di ritirarsi; nè di ricusare qualunque fatica o pericolo gli sia proposto. Con questo fine adunque quanto prima mi fu data l’espe-dizione, che fu ai dieci del mese di luglio, il medesimo giorno mi messi in viaggio, e in tre giorni e mezzo da Padova mi condussi a Torino, viaggio di 26 o 27 poste ; dove poco prima trovai arrivato il alarissimo ambasciator Tiepolo, destinato in Spagna, ricevuti tutti due con ogni dimostrazione