124 RELAZIONE DI FRANCIA sia tanta gente, e parlare più basso che si può per non essere sentito. E questa tanta domestichezza, sebbene fa la nazione insolente e presuntuosa (1), la fa però più amorevole, devota e fedele verso il suo principe. Ma quello che più d’ogni altra cosa conserva e aumenta questa affezione dei popoli è il proprio interesse per la speranza dell’ utile ; perchè avendo il re di Francia da distribuire tanti gradi, tanti olficj e magistrati, tanti beni di chiesa, tante provvisioni, pensioni, presenti, e tanti altri comodi e onori, che sono infiniti in quel regno, comparte ogni cosa fra i propri francesi ; e non occorre in Francia quello che occorre in altri regni, e massimamente in quello di Napoli, che i popoli sono tutti malcontenti e disperati perchè gli onori e gli ofiìcj che dovriano essere distribuiti fra quelli del regno, sono tutti dei forestieri. E sebbene il re di Francia favorisce qualche italiano, o d’ altra nazione, però sono pochi, e il favore tutto dipende dai meriti acquistati nel servizio della corona. Per quesla causa non s’ è mai sentito in Francia che i * popoli si siano ribellati dal loro re per volersi dare ad altri. Le sollevazioni sono state rarissime. Di congiure, non si sa d’ altra che di quest’ ultima d’Ambuosa. Pochi francesi sono fuorusciti perchè servano ad altri principi, ma ognuno ama, anzi adora il suo re; ognuno spende prontamente la roba, avventura la vita in suo servizio, pospone la sua comodità alle fatiche, i piaceri ai pericoli, e il riposo al travaglio, chi per fare il suo debito, chi per dar esempio di sè, e chi per speranza de’ premj. Onde come il re è amato, obbedito e servito, così ha suprema autorità e assoluta nel regno ; perchè dalla sua volontà dipende ogni deliberazione di pace e di guerra, l’imposizione delle gravezze e dei tributi, le concessioni delle grazie e de'beneficj, la distribuzione degli olficj, de’ governi e de’ magistrati per tutto il regno ; e brevemente, ii re è conosciuto per vero monarca e solo signore d’ogni (1) « Il volgo ile’ cortigiani, i quali sogliono in ogni luogo, ma particolar-» mente nella Francia, discorrere con gran libertà delle più ardue delibera-» zioni de’ padroni. » (Davila, T. VII, pag. 442). Bentivoglio attesta la stessa cosa nelle sue lettere.