DI ALVISE CONTARINI. 1572. 245 pareva a questi, che son di case nobilissime, e seguitati dalla principal nobiltà del regno, che i re si assumessero troppa autorità, per molti capi di querele che mellevan innanzi ; volendo quella nobiltà che il regno di Francia sia una bene ordinata repubblica, della qual sia capo il re, ma 1’ autorità del quale sia regolata, temperata e moderata dalle leggi del regno e dai parlamenti ; non potendo esser alcuna cosa rata e ferma se non passa prima per essi. Le quali costituzioni si dolevano questi esser alterate, massime dal re Francesco I e dal re Enrico, e particolarmente nella cosa dei doni; allegando, oltra molti esempi, due doni fatti a donne, uno dal re Francesco a madama d’Etampes di più di 80 mila scudi, e l’altro dal re Enrico a madama di Valenlinois in una volta sola di più di 120 mila, oltra molte altre querele, che sarian lunghe di recitare. Però questi, facendosi capi della nobiltà, dicevano di voler regolar questi che essi chiamavano abusi e disordini. E queste son le vere e reali cause della sollevazione. Le quali per ridursi a fine furono aiutate da due occasioni, mollo opportune e a proposito. Una, quella della religione, la quale aveva cominciato a far alterazione molti anni innanzi ; e con questa venivano a far gagliarda e potente opposizione alla casa di Guisa (che era il primo loro fine) la quale è piena di preti e di gran ricchezze ecclesiastiche ; ove che nella casa di Mo-moransì, sebben erano sei fratelli, e che il contestabile loro padre governasse per gran tempo assolutamente tutto il regno, niente di manco non volle mai in casa sua beni di chiesa. L’altra occasione, che si appresentò, fu il ritrovarsi due re uno dopo l’altro putti, e una regina forestiera e senza appoggi d’importanza ; e questo lor dava ben modo di poter attender al secondo fine, che era di regolare I’ autorità del re. Con le quali occasioni facendosi capi dei nemici della casa di Guisa e di quei che avevano mutata religione, sotto colore del ben pubblico, presero le armi. E siccome la parte de’ cattolici è stata difesa dal re con capitani della casa di Guisa e suoi dependenli, vedendosi che contra la maestà sua e contra quella casa eran mosse le armi ; così l’altra parte è stata tenuta dai