DI MICHELE SORIANO. 1562. 119 uomo accorto e animoso, e per francese molto destro e prudente, e famoso per i successi del Piemonte. Altri, reputati, sono monsignor di Sant’Andrea , monsignor di Momoransì figliuolo del contestabile, e monsignor di Termes, il quale è il miglior di tutti, ma poco fortunato. Vi sono poi moli’altri di minor nome, che saria lungo a numerarli tutti. Con questa sorte di gente da guerra che ho detto, i re di Francia passati non solamente hanno potuto acquistare tanti stati e difenderli dalle forze di tutti i principi vicini e lontani, ma ancora farsi sentire nell'Asia e nell’Africa, combattere la Germania, I’ Ungheria e la Spagna, vincere l'Italia, e far tremare tutto il mondo, perocché i francesi sono per natura fieri e superbi, e nel tentare l’imprese sono animosi, nelle prosperità insopportabili, nel loro utile assidui, in quello degli altri negligenti e spesso infedeli ; perchè questa è comune opinione tra loro, che dove è il comodo sia ancora l’onore e la grandezza ; e si suol dire in proverbio, che è scritto in tutti i libri dell’ istoria : « Abbi il francese per » amico, ma non per vicino, se è possibile. » E nelle azioni della guerra, sebbene si trova vero quello che fu scritto di loro dagli antichi, che nel principio sono più che uomini, e nel fine manco che femmine , però è ancora vero che il principio delle imprese è di tanto momento che molte volte imporla il tutto, e ogni perdita che si fa nel principio tira seco gran coda sempre, e cattiva per chi perde ; onde se i francesi sono reputati tanto fieri e terribili, che è cosa molto pericolosa l’assaltarli, bisogna anco che sia molto difficile P intrattenere e temporeggiare quel furore e quell’ impeto che li fa superbi e audaci. Questo è quanto mi occorre di dire del numero e della qualità delle genti di Francia, e del servizio che senti; la corona da tutti tre gli stali ; i quali mentre sono stati uniti facendo ognuno il suo offizio senza invidiare l’altro, e servendo ciascuno per la sua parte al comodo pubblico, e aiutando il re chi col consiglio, chi con la facoltà, chi con la vita, hanno fatto quel regno invitto e formidabile al mondo. Ma come questa maledizione delle nuove sètte ha cominciato