DI GIOVANNI MICHIEL. 1572 297 con 1’ arme, trovandosi il re disarmato, farsi far la ragione per l’offesa dell’ammiraglio; però pensassero molto bene a’ casi loro. E questa è la congiura che il re ha poi allegato in parlamento di aver scoperta contra di lui e della madre e dei fratelli ; ma vi ha aggiunto, per far la cosa più disonesta, anco il cognato e il re di Navarra. Guadagnato il re dalla regina e dal fratello, fu senza dilazione chiamato il prevosto de’ mercanti di Parigi, nominato Marcello, persona molto esecutiva e confidentissima loro; e domandatogli, se occorresse al re valersi in un suo bisogno degli uomini di Parigi, di quanto numero d’uomini avrebbe potuto servirsi ; e rispondendo lui, secondo il tempo che si avesse o più lungo o più breve ; ed essendogli detto fra un mese, disse di cento e più mila persone, e di quanti più avesse voluto il re ; gli fu replicalo, e se fra una settimana? rispose, a proporzione di questa quantità ; gli fu aggiunto, e se fra un dì? disse di ventimila e meglio. Datogli strettissimo giuramento di silenzio e secretezza, gli fu comandalo dar ordine con i capi delle contrade che la ¡stessa notte, sotto 1’ ¡stesso giuramento, comandassero uno per casa a star pronti con 1’ arme, e col lume. Il che fu eseguito con somma diligenza e secretezza, tanto che un vicino non sapeva dell’altro vicino; nè potendo alcuno venir in cognizione a che fine ciò fosse ordinalo, con tanta maggior attenzione stava ciascuno del successo. Licenziato Marcello, fu chiamalo mons. di Guisa, e fu dato a lui il carico, con suo zio mons. d’ Ornala, e con il cavaliere, fratello naturale del re, di andar ad ammazzar l’ammiraglio, Telegny suo genero, e quanti erano de’suoi. Al maresciallo Tavannes e al duca di Nevers, tenuti confidentissimi, e inimicissimi degli ugonotti, di far il medesimo di monsignor della Rocciafoccò (persona peraltro carissima del re) e di altri principali. Racconto questi particolari, parendomi che debbano essere intesi con piacere da Vostra Serenità. Pensi la Serenità Vostra con qual gusto fosse ricevuta da mons. di Guisa questa commissione, e con quale ardore eseguita. Il particolar della morte dell’ammiraglio, come fosse trovato, e come dopo ferito, credendosi che fosse morto, fosse 38