170 RELAZIONE DI FRANCIA parole quasi sempre aspre e severe, minacciando di guerra dal canlo del re suo, e dicendo in faccia alle loro maestà parole assai gagliarde e pungenti, e levando al re di Navarra del lutto la speranza della ricompensa, stando le cose in quei termini, e ponendogli innanzi l'inimicizia di Filippo. Questo modo di procedere giovò poco, e fece esso ainbasciator tanto odioso (aggiunte le parole con le quali pareva ch’egli volesse dar ricordi per quel governo), che appena poteva esser alla corte dalla regina e dagli altri grandi veduto. Ma poi si moderò un poco negli offizi suoi. Io posso affermar questo con ragione a Vostra Serenità, che nel far offizio con la regina e Navarra in materia della religione ho cercato sempre di camminar per una strada che potesse far qualche frutto, e che fosse lontana da ogni sorte di ostentazione. Ho parlato generalmente con ogni destrezza quando mi è parso buona occasione, mostrando di credere e di sperare che per la buona mente eh’ io vedeva nella maestà della regina, Navarra, ed altri signori del governo, si ritroverebbe forma -di rimedio a quella peste così grande ; e non son mancato però di ponderare alla regina quelle cose che mi sono parse di considerazione, e atte a persuaderla a qualche buona risoluzione. Questi offizi adunque fatti dagli ambascia-. tori, aggiunti quelli del contestabile, del Tornone, ed altri cattolici, non è dubbio che movevano assai l’animo della regina e del re di Navarra , perciocché venivano a lei poste innanzi varie cose oltra quelle che ho detto. Prima : che per la discordia dei grandi e confusione nel regno non si vedesse tra loro qualche aperta rottura d’ armi, d’onde ne potesse nascer gran rovina ; dipoi, che con quella occasione di perturbazione e tumulti di religione, di disunione di quelli del governo, e di disobbedienza del popolo, molli principi non disegnassero di muover Tarmi contro la corona di Francia, chi con una pretensione, chi con un’altra, come il re cattolico, il duca di Savoia, la regina d’Inghilterra, il pontefice per causa della religione, e il duca di Firenze per altri rispetti. Queste due considerazioni a me caderono nella mente nel principio della mia legazione, come scrissi a Vostra Serenità. Delle quali