DI SIGISMONDO CAVALLI 1574. 321 Morapensieri, persona di qualche età, e il principe Delfino suo figliuolo, i quali sono stati sempre cattolici e fedelissimi al loro re. Nel resto sono cortesissimi principi, ma di mediocre valore e qualità. Della regina madre penso che ognuna delle Signorie Vostre Illustrissime sappia la causa per la quale, essendo lei senza eredità di stato, e quasi di privata condizione, fosse nondimeno maritata nel secondogenito di Francia negli ultimi anni del pontificato di Clemente VII suo zio. Però lasciando questo, verrò a quelle cose che sono più proprie da sapersi di sua maestà; nelle quali vuol esser fatto questo fondamento, che tutte le sue azioni di momento sono state sempre guidate e regolate da un affetto potentissimo che sino in vita del marito si conobbe essere in sua maestà, e questo è un affetto di signoreggiare ; perchè se bene lei odiava a morte madama di Valentinois favorita del re, e monsignor contestabile che poteva ogni cosa appresso sua maestà, però verso questi si mostrava tutta cortese e grata, acciò le fossero favorevoli a far che l’autorità sua passasse in qualche cosa. Nondimeno il re Enrico la teneva sempre lontana da ogni negoziazione; ma morto che fu, immediate la regina cercò col re Francesco suo figliuolo, che gli successe, di governare ; ma quel re, per rispetto della moglie nipote dei signori di Guisa, pose tutto nelle mani loro, ed essi ad un tratto esclusero la regina madre e ogni altro dall’amministrazione. Allora sua maestà cominciò a stringersi col contestabile per vedere insieme se potevano batter i signori di Guisa ; ma poco andò che successe la morte del detto re Francesco, per causa della quale , mentre che si disputava la tutela per la minorità del re, la regina madre si intromise nella governa-zione, e per guadagnarsi il favore de’grandi fece partecipi del governo tutti i principi del regno, mostrandosi egualmente amica del contestabile e di casa di Guisa, e sopra tutto dava ad intendere al re di Navarra di voler esser sempre unita seco. Per questo favorì la liberazione del principe di Condè, e assentì a certe altre deliberazioni che volle far il detto re, in modo che con un tacito consenso di tutti si conservava il primo loco, fino a tanto che il re di Navarra e quella fa- 41