390 RELAZIONE DI FRANCIA consiglieri lo conoscono e lo sanno, e ne stanno in grandissimo pensiero. Perchè se occorresse che monsignore, o perchè segua accordo o per altro, si ritirasse di Fiandra e tornasse in Francia armato, oltra delle sue genti francesi introdotte in Fiandra, anco dalle genti alemanne di Casimiro (1) (il quale non brama altro che vendicarsi contra il re come quello che si tiene gravemente offeso per non esser mai stato pagato degli stipendi suoi quando fu l’ultima volta in Francia, secondo l’accordo e promessa fattagli dal re); se tornasse dico di Fiandra monsignore armato e accompagnato da tutte queste genti, aggiuntevi anco quelle che di Francia lo seguiteriano, chi lo vorrà impedire che non faccia e non ardisca di tentar tutto quello che più gli piacerà ? Massime che non gli mancano pretesti e cause in apparenza onestissime da farlo e già pubblicate da lui, tutte pertinenti al ben pubblico, affine (come egli dice) di sollevare il regno dalle molte gravezze e oppressioni che patisce, e per riordinarlo altramente di quello che è; concorrendo in questo un consenso universale, si può dir di tutto il regno, per la mala contentezza e satisfazione di ognuno del governo presente, tanto dei nobili, sì come ho già detto, quanto dei popoli e del clero e dei principi medesimi per diverse cause, che ora non è loco nè tempo da riferire; con grandissimo perìcolo che non avvenga al re quello che avvenne al re Lodovico XI, della guerra mossagli, sotto fine del ben pubblico, dal medesimo suo fratello in compagnia dei duchi di Bretagna e di Borgogna. Lo che tanto maggiormente è da temersi quanto che non mancano al presente, oltra gli interessi e gravami pubblici che ho narrato, anco i particolari e propri di monsignore; pretendendo lui dal re non solo il titolo e grado di luogotenente, come ho detto, ma quello che più importa, che gli appartenga il ducato e provincia della Bretagna, spettante ( secondo dice ) ai fratelli di re, e che non può cadere in altri; e avendo perciò in animo di domandarla. Tenendosi di più, per questa occasione della andata sua in (1) Giovanni Casimiro fratello dell’ Elettore Palatino.