86 RELAZIONE DI FRANCIA sua cesarea maestà di monsignor di Borbone; e di questi esempi moderni se ne potria addurre molti di persone d’ ogni grado. Nel che si comprende che i principi, per aver a’loro servizi persone che sian soldati e possano far loro in qualche modo servizio, non restano di procurarseli, nè dubitano così facilmente della fede del gentiluomo, o sia per levarli al nemico o concorrente, che non importa poco, o per la carestia che conoscono esser di buoni uomini, poiché dei propri non se ne può mai aver tanti che bastino, e non si può mai trovar tanto valore in questi soli quanto in quelli ed altri insieme, mentre è il valore e il sapere del soldato che dà guadagnata la guerra, e i vili ed inesperti la perdono. Che se in alcuna altra arte l’esperienza giova, nella guerra è da creder che sia necessarissima. E questo poco voglio aver detto de’ soldati per il molto bisogno che mi par che n’ abbia questo Illustrissimo Dominio. Resta solo parlar di quelle cose che il re Enrico presente ha fatto finora e si può ragionevolmente giudicare che abbia da far nell’avvenire. Quattro sono le cose d’importanza fatte da sua maestà ; l’acquisto del regno di Scozia, la guerra di Bologna, la lega con gli Svizzeri, e la pace con gl’ Inglesi. E quanto alla prima, mentre che vi sono stati re di Scozia sempre la corona di Francia ha avuto amicizia e parentado con loro, che ha continuato di re in re, perchè questa unione faceva per la Scozia, che sempre è stata ed è per natura inimica d’Inghilterra, e per la Francia, che ha avute tante guerre con Inghilterra. Onde a Giacomo, ultimo re di Scozia, il re Francesco diede per moglie Maddalena sua prima figliuola, la quale essendo morta senza lasciar figliuoli, il medesimo re gli diede per seconda moglie la figliuola di monsignor di Guisa e sorella del cardinale presente di Lorena l’anno 38; la quale essendo per la morte del re restata vedova nel 42 con Maria sola figliuola erede di quel regno, ed essendo dappoi grandemente molestata dagl’inglesi (i quali per l’antico odio e per le ragioni che pretendono sopra quel regno, così per la promessa fatta loro dai baroni di Scozia, che restarono prigioni l’anno che seguì la rotta de’Scozzesi,