Ho veduto il regno di Francia in questa mia legazione, Serenissimo Principe, Padri e Signori Eccellentissimi, sotto tre forme differenti tra loro, ma non tanto differenti che l’una non fosse presaga e vera indovina dell’ altra : la prima dubbiosa, e piena di sospetto ; la seconda sanguinolenta, con una guerra aperta ; e la terza in che 1’ ho lasciato, pure in guerra, dopo una breve e Onta pace ; e con una disperazione universale di veder mai più in quel regno, o almeno per un pezzo (se Iddio non lo soccorre, chè dal consiglio umano non si attende alcun aiuto), di veder, dico, fra quei popoli unione, quiete e pace che sia per durar molto. Perciocché tanto sono cresciuti gli sdegni e 1’ offese e la diffidenza tra il principe e i sudditi, la divisione di religione, l’ambizione e inimicizie de’ grandi, che ognuna di queste passioni, e tutte insieme, senza alcun timore di Dio o rispetto al suo principe naturale, con minaccievol voce camminano a gran passo verso la distruzione del pubblico e del privato. Dirò brevemente a Vostra Serenila le cause di questa varietà, e scoprirò diversi accidenti, i quali, con l'esempio d’un tanto regno, potranno esser veri e vivi documenti a quelli che governano, per regger da qui innanzi con maggior sicurezza gli stati loro.