DI VINCENZO QU1IIINI. 1507. *• ‘ sono pagale dall’Imperio per mesi sei, che l’accompagnassero in Italia a torre la corona e a recuperar le giurisdizioni sue; e bisognando esercito per più tempo e di più forza , determinò etiam far un consiglio di principi con autorità di potere, senza adunar altra dieta generale, prolungarii termine de’sei mesi ed accrescer il numero delle genti, se così sarà necessario : e così fecero, come per mie de’ dì 18 e 22 luglio significai a Vostra Celsitudine. Fra le quali 22,000 persone doveano esser cinque mila uomini d’ arme alla Alemanna , che sono cinque mila cavalli tutti armati, e il re si offerse, per la por-zion sua, aggiunger fino al numero di 30,000 persone ; e a questa risoluzione concorsero unitamente tutti tre i voli che erano nella dieta, uno dei più degli elettori, 1’ altro del più numero dei principi secolari ed ecclesiastici, ed il terzo delle più terre franche. E tanto unitamente ogni principe e ogni commesso si mostrò favorevole ai desiderj del re in tutto il tempo che stettero in Costanza, che più non si può dire, come per mie de’dì 3, 24 e 27 maggio, 15 giugno, primo e 22 luglio, e per molle altre, scrissi di tempo in tempo. Finita che fu la dieta, ognuno incominciò a metlersi in cammino verso gli stati suoi per dar ordine alla gente che erano obbligati, ciascuno perla rata sua, mandar a Costanza. Ma prima che la detta dieta si licenziasse totalmente, furono i principi in consultazione come dovessero proceder con la Sublimità Vostra; e tutti unitamente, eccetto il re, voleano radunar l’esercito, e senza farlene motto, passar per il suo paese per forza, non potendo altramente ; e molti dei principi usarono male e disoneste parole contra questo eccellentissimo Stalo, come per molte mie scrissi, dicendo che forse buono saria per loro accettar quegli onorati partiti che offeriva Francia, e drizzar l’esercito contra Veneziani, che tengono usurpate tante e si belle cose dell’imperio. Nè tra tutti i principi si ritrovò altri che il re solo che dicesse non esser onesto andar contra questa Repubblica che mai non è stata contra l’onor di Germania, e lasciar stare i Francesi che altro non cercano che rovinarla, e che meglio era veder per ultima conclusione la risoluzione della Sublimità Vostra , e poi de-