298 DELAZIONE DI POLONIA si venne al deliberare i voti, essendo lecito a ciascuno di dire quanto e quello ebe gli paresse, camminando innanzi alcuni senatori che studiavano di ridurre ad uno la diversità dei favori , e di ristringere in minor numero i nomi di essi competitori (fra i quali fu ancora l’arciduca Ferdinando, il principe di Transilvania e un barone Rosemberg di Boemia (1) ) ; e i voti furono segnali tutti del proprio sigillo di ciascuno, restando libero ognuno sino alla fine di mutar parere. Nè potendosi manco in questa maniera venire alla deliberazione, e parendo che la cosa dovesse andar troppo alla lunga, furono alcuni i quali pubblicamente dissero che sarebbe stato bene crtyirc il re come si fa il principe nella nostra repubblica , ovvero mandar qua per tre senatori, i quali governassero nel lempo dell’interregno. Finalmente venendosi di nuovo a'dare i voti, furono portate le polizze nel gran padiglione del senato , e lelti e ricevuti i nomi dei competitori, c di chi diede i voti, riportò il re Enrico più favore di tutti gli altri. Ma però non furono abbastanza perchè molli ancora ne ebbe con-trarj ; onde fu assegnato a ciascuno de’ competitori un avvocato del numero dei senatori, il quale difendendo la causa del suo cliente , facesse, senza offesa d’altri, il suo ufficio , proponendo l’utile che fosse per riceverne la repubblica , essendovi all’incontro un altro avvocato che aveva carico, per benefizio pubblico, pur senza offesa di alcuno, di rispondere a colui, ed esaminar diligentemente il negozio, affine di far 1’ elezione meglio consultata e di comune consenso. Sicché udito l’avvocato del re Enrico, gli elettori si confermarono maggiormente nell’opinione di prima, massime avendo pensato uno degli ambasciatori di Francia , per facilitare il suo disegno, di pubblicare, come fece, sopra un foglio di carta tutti i bene-ficj che i Polacchi avrebbero ricevuti da ciascuno dei competitori , descrivendo da una parte i comodi, e dall’ altra gl’incomodi che si riceverebbero da ognuno, con bellissimo ordine , mostrando infine che di gran lunga maggior benefizio e (1) Guglielmo di Rosemberg fu, in nome di Massimiliano II, il patrocinatole dell’arciduca Ernesto; ma quando vide inattendibile quella candidatura, lasciò da taluno promuovere la propria, sebbene non sortisse miglior fortuna di quella dell’ arciduca.