1)1 GIACOMO SOISANZO. 1502. 150 stra stimare grandemente le forze e il buon consiglio di Vostra Serenità. Ma con tutto ciò non devo restar di dire, che sebbene vi sono molte difficoltà per causa dei confini c altro, tutte sono stimate cose leggieri, e solamente resta la memoria di Marano (1); non già eli’ io creda che per ricuperar- lo S. M. pensi di far moto d’armi, ma però è bene guardar- lo , perchè non mancano di quelli che , per mettersi in grazia , propongono de’ partiti, i quali, quando i luoghi son ben guardati , non sono uditi, ma quando si dormisse al sicuro , non si può saper quello che fosse per accadere. Nè debbo restar di dire a V. S. che tutti quei capitani, ingegneri e altri, che partono da V. S. mal soddisfatti, quasi tutti ricorrono a quella corte, e non mancano di proporre scandalosi parliti. Sarà anco utile fuggir le occasioni di nominare alla M. S. questo luogo di Marano, perchè chiaramente si vede che le sue orecchie impazientemente odono quel nome ; ma siccome pare che S. M. acconsenta tacitamente che il possesso della terra sia in mano di V. S., così pretende che in ogni modo il territorio sia suo, e vi mantiene il Maranotto per conservare quella giurisdizione. Dell’ altre differenze , quanto al giudizio mio , mi pare di poter dire a V. S. che la causa non procede da S. M. , ma dai suoi ministri, se non in quanto eh’ ella non provvede ai disordini che fanno ; ma poiché ella non solamente in questo , ma in tutte 1’ altre cose è totalmente in preda a loro, 11011 deve V. S. ascriverlo a mala volontà di S. M. Bensì si può affermare che questi vicini di Gorizia e Gradisca, e altri luoghi, fanno i peggiori uffìzj• contra V. S. che sia possibile, e con tante bugie cercano di mettere V. S. in mala fede presso S. M., che trovando l’animo suo non in tutto lontano dal dargli fede, si fanno poi lecito, sotto questo pretesto, d’usurpare molte cose di V. S. ; e nondimeno a S. M. persuadono che la S. V. usurpa del suo, e lo divulgano per tutto. Onde è necessario che V. S. non resti mai di querelarsi con S. M. dei gravami che occorrono, perchè altrimenti sarebbe un cedere il suo, e aggiungere occasione a questi maligni di far mali 1 Vcggasi la noia a p. 105 del Tomo III di «jucsla Seiie.