DI LEONARDO DONATO. 1573. 425 per la grassezza del sito pare che siano atti a tollerare tutte le cose. Tiene S. M. al governo di questo stato un suo principale ministro spagnuolo con titolo di governatore e di capitano generale , il quale è oggidì il commendator maggiore di Casti-glia di casa de’ Zuniga (1) ; e questo ha suprema autorità in in tutte le cose, ancora che sia benignamente permesso che il senato faccia quello eh’ è stato sempre suo costume nelle cose civili e criminali e in quelle che appartengono al comodo proprio della città. Il governatore ha un consiglio di sette ovvero otto uomini, chiamato il consiglio segreto, nel quale entrano, oltre il castellano, alcuni della propria città, onorati di questo carico da S. M. ; ma il governatore però fa ogni cosa, e consulta, e dà a questo consiglio parte solo di quel che gli pare a maggior servizio della M. S. La milizia ordinariamente pagata consiste in 3000 Spa-gnuoli disposti per i presidj, e in alcune compagnie d’italiani, in 250 uomini d’arme e in 500 cavalli leggeri. Quello poi che S. M. potesse ad un suon di tamburo assoldar nello stato per condurre fuor d’esso di gente che volontariamente di Milano , Cremona, Pavia ed altre terre piglieria la paga , sarebbe fin dodici e forse più mila soldati; ma quello che per difesa propria si potesse per via di cernite descrivere per portar le armi, ben si può credere grandissima somma. Gli animi de’ Milanesi verso S. M. e la nazione spagnuola non sono nel comune molto amorevoli, perchè le taglie e le gravezze sono grandissime, e S. M. ed i ministri sono fermi in questo, che di quello che si cava , e non di sovvenzione esterna, sia difeso e mantenuto Io stato. Oltra che la nazione spagnuola, vedendosi oggidì così dominatrice, usa più alterezza di quello che gl’italiani vorriano, e che le saria più utile se altrimenti facesse. Tuttavia non resta S. M. di conciliarsi di quando in quando con oflìcj e beneficj i gentiluomini principali, affinchè dimentichino alcune reliquie di affezioni francesi che hanno; ma la somma è questa, che molto pochi (li Don Luigi di Zuniga y Requesens, il quale l’anno appresso lu mandalo successore al duca d’ Alba nelle Fiandre. Relazioni Venete. 54