426 RELAZIONE DI SPAGNA metteriano la vita per lei, e che, in occasione di guerra, i popoli, per passar da spagnuoli a francesi e poi da francesi a spagnuoli, ci penseriano assai poco. Di modo che chi avrà più forze e più modo di sostenersi sarà anche più lungamente tollerato. Nella religione non ha questo stato fin oggidì, per grazia di Dio, ricevuto scandalo nessuno; e la vigilanza così de’ ministri come degli ecclesiastici e dell’ arcivescovo card. Borromeo aiuta grandemente a preservarlo illeso (1). Ma la vicinità de’ Svizzeri e dello stato di Savoja, il quale c conta-minatissimo , pone in molto pericolo questo stato di alcuna contagione. E bisogna credere che nessuna sorte di diligenza in questa materia sia superflua, perciocché è tanta la sagacità degli eretici, che in mille occulte maniere seminano da per tutto il loro veleno. Pacai Bassi. I Paesi Bassi pervennero in S. M. per eredità paterna e per via di donna, siccome è avvenuto di tutti gli altri stati ancora eh’ ella possiede. Sono questi paesi, per quello che l’EE. VV. intenderanno più abbasso, così grande e nobil parte della grandezza di S. M., che così come in altri tempi, quando erano posseduti dai duchi di Borgogna, facevano da sé stessi solamente un gran principato, così potriano meritamente oggidì ricever il nome di un ampio regno. Molli sono che parlando di questi paesi li misurano e stimano come terza parte di tutta la Francia, ed altri non solamente li equiparano tutt’ insieme, ma li antepongono ancora, per le lor buone qualità , all’ amplissimo regno d’Inghilterra. Ed acciocché la S. V. comprenda, come si dice, in un’ occhiata sola le loro nobili qualità, e come con giusta ragione sono stimati tanto, non voglio tacerle quello che da persona molto curiosa ed intendente è stato osservato di essi; e questo è che in essi sono comprese 208 terre murate, tra le quali s’intendono un’Anversa , una Lovania , una Brusselles ed altre di grande qua- (1) Carlo Borromeo resse la diocesi di Milano del 11365 al 1584, anno della sua morte. Fu canonizzalo da Paolo V nel 1610.