DI PLACIDO RAGAZZONI. 1574. 409 molta quantità di tratte dai ministri di Sicilia, e una galera per levar da Napoli il clarissimo Leonardo Gontarini cavalier, e condurlo a Messina , dove andava per ambasciatore di Vostra Serenità alla stessa Altezza Sua, ed altri favori che alla giornata occorsero. Ed essendo da essa ricercato se avria la Serenità Vostra potuto accomodarla di vascelli per traghettar in Puglia certa fanteria tedesca che conduceva per servizio di Sua Maestà, risposi, per levarla da quel pensiero, e per liberar da quei disturbi Vostra Serenità , come dubitavo eh’ ella non avesse avuto modo di poterla accomodare trattenendo fuori tutta la sua armata , e le poche navi che restavano bisognando per condurre monizioni alla Serenità Vostra ; e le ricordai che la strada di Genova saria stata più facile e comoda per ogni rispetto. Nel qual parere essendo concorsa S. A., fu poi così eseguito con far venir detta fanteria per la via di Genova. Si partì alli 22 di maggio (1572) il clarissimo ambascia tor Contarini da Messina , avendo lascialo Sua Altezza con l’armata di Sua Maestà di tutto all’ordine, e in istato di partenza , se ben non seguì poi per gli accidenti che sopraggiunsero ; e alli 4 di giugno arrivò 1’ eccellentissimo sig. Giacomo Soranzo cavalier, provvedilore generale di mare , per onorare e sollecitare Sua Altezza a partir di nuovo per levante. Il quale rappresentando la Serenità Vostra con grandissima onorcvolezza e reputazione, e adoperandosi con somma prudenza , sollecitava Sua Altezza per la presta partita , conforme a quanto era stato deliberato a Roma dai commissarj della lega , e a quanto ricercava il bisogno della cristianità, ricordandole che non era da perder tempo in andar innanzi, e seguitar la principiata vittoria prima che il nemico potesse rimettere le forze ; al quale se si dava un poco di comodità, si vedeva chiaramente che era per rimetterle non solamente pari ma superiori a quella della lega, e che però era da prevenirlo e bene usar la vittoria, essendo verissima quella sentenza , che sia di maggior riprensione degno quel capitano che usa male la vittoria , che quello che combattendo ha fatto di gran perdite ; imperocché il perdere procede spesso dalla fortuna, ma il saper mal usare la vittoria è cosa solamente del giudizio