Essendo il carico dell’ Ambasciatore di avvisare e trattale con dignità c fede tutto quello che gli è commesso dal suo Principe, e che occorre alla giornata degno dell’intelligenza di lui, e di osservare ed intendere con ogni diligenza e verità quei particolari del Principe presso cui egli si ritrova , la relazione dei quali possa poi con l’occasione apportar facilità e sicurtà alle deliberazioni ; io mi sono sforzalo , nel tempo di mesi 24 che ho servito la Serenità Vostra e le SS. VV. II. per ambasciatore presso la Maestà Cesarea , prima come Re de’Romani, e poi come Imperatore, di soddisfar all’obbligo mio, avendo dato continuamente particolar conto di quello che è successo, e eh’ io ho negoziato. Il che non par ora a me di replicare per non apportar tedio a questo 111. Senato ; e basterà ch’io dica solamente che quanto mi è stato commesso, tutto ho terminato secondo il desiderio di V. S. fuori che il levar gli Uscocchi di Segna (1), sì come al luogo suo mostrerò la causa che tiene S. M. Cesarea a non venir in questa risoluzione. E narrando brevemente quelle cose eh’ io ho, per beueficio di questo Serenissimo Dominio, procurato di saper in così lungo tempo, tutte saranno comprese sotto due capi, volendo io trattare dei regni e stati della Maestà Cesarea e della persona sua. Ma prima mi par necessario che succintamente V. S. intenda l’origine e antichità di casa I; Veggasi la nota 2 a pag. 135 del Tomo Ili di questa Serie. Relazioni Venete. 11