264 RELAZIONE DI POLONIA l’animo degli uomini, e particolarmente dei principi, pur si può anche credere che l’animo di S. M. non sia differente dalle parole, perchè la conservazione di questa Repubblica sarà sempre cara ai Francesi, almeno perchè credono che il danno suo saria sempre con maggiore grandezza della casa d’ Austria , con la quale la grande emulazione ha generalo e nu-drisce un acerbissimo ed inestinguibile odio , al segno che nelle occasioni non può star celato, come si è veduto in questa elezione, che nè l’imperatore nè il re di Spagna hanno mandato alcuno a rallegrarsi , cosa che ha dato disgusto grandissimo ai Francesi. Per questo si può credere che essendo mai la S. V. molestata da questi principi, non mancheriano i Francesi di darle tulli gli ajuli che potessero. Ma al presente il regno di Francia è così rovinato e distrutto, che fa gran compassione a veder ridolli i popoli in così estrema povertà e miseria, che poco si può sperare di loro ; e continuando come fa tuttavia quesla maledetta setta degli Ugonotti, si può dubitare assai di mollo peggio, perchè oramai sono morti tanti e così buoni soldati e capitani, che pochi più ne restano. Della povera gente anco ne sono morti tanti, che mancando quelli che coltivino le terre, si lasciano in molte parti del regno i terreni incolti, che è causa di grandissima carestia di viveri in lutto il paese. Nè ancora, sebbene sia morto 1’ ammiraglio e quasi tulli i capi di quella setta, si vede di poter metter line a queste calamità e miserie , perchè più che mai gli Ugonotti tengono afflitto quel povero regno nel Delfinato, nella Provenza ed anco in Lingua-doca , e forse non senza qualche colpa dei Cattolici, che sebbene sono sudditi del re e gli si sogliono mostrar fedeli, nientedimeno per i loro proprj interessi, avendo pure il carico di distruggerli, piuttosto li fomentano che altrimenti. Quei di Mompellieri e Nimes a mio tempo non avevano accettalo l’accordo fatto con quei della Rocella , anzi si sono dopo quello impadroniti di Lodèva , terra di qualche considerazione , e più che mai si andavano ingrossando. Di qua dai monti ancora , come ha inteso V. S., si è stato a grau pericolo che questi scellerati non s’impadroniscano del castello di Pinerolo , il che