232 RELAZIONE HI GERMANIA gio quando entrarono in Ungheria , perocché la celerilà dell’impresa non permetteva che si ricorresse ai comizj, senza i quali non si poteva radunare gran numero di milizia, e con quello che si aveva non si poteva fare l’effetto disegnato; perchè per incontrarli in campagna aperta non si aveva numero sufficiente di soldati, e per assaltarli nelle angustie dei siti, se un sito solo si avesse da occupare e difendere si avria potuto fare, ma sono tanti, che dividendo le forze per occuparli tutti, ogni luogo saria stato debole , e attendendo ad uno solamente, avriano i Tartari potuto passare per gli altri, come hanno fatto. Sono i Tartari gente fiera ed inumana, e dovunque passano lasciano impresso il vestigio della loro crudeltà e rapacità grande ; pigliano gli uomini. e li conducono come armenti e greggi ; legano i fanciulli assieme , e confusamente li gettano sopra i cavalli, come se portassero some di capretti ; annodano le donne che prendono, una con l’altra per le treccie, e le fanno camminare. In tal maniera trasportano quello che possono, c abbruciano quello che lasciano.. Non sanno vivere se non di rapino , e quando non possono predare il paese degli inimici, rubano quello degli amici, e sono sempre infesti al vino e grano e a chi li conduce, tanto che quando i Turchi si sono servili dell’opera loro, e che si riduce 1’esercito alle stanze, bisogna che usino la maggior diligenza a far che si parlino ; e quando non possono o non vogliono partire, i Turchi li espongono a pericoli, ed hanno piacere che siano distrutti, acciò non distruggano le vettovaglie e il paese nel quale si ha da nodrire l’esercito. Con essi non si può combattere in aperta campagna per le ragioni allegate, ma bisogna danneggiarli a qualche passo con cavalleria leggera e spedita , c sopra tutto far condur le vettovaglie nelle terre murate. Fu sospettato che il gran cancelliere di Polonia (1) non volesse in effetto impedire il passaggio a’Tartari, parendo che avesse tardato a opponersi loro, ma le cause addotte sono le vere. Vi sono bene delle male soddisfazioni tra lui e casa (1) Giovanni Zamoyski, del quale è discorso nella Relazione di Polonia di P. Duodo , che rechiamo più innanzi.