liti RELAZIONE DI GERMANIA /a, né potendo con la forza farlo conoscere, ba tolleralo non solamente tutte quelle parole poco degne che usò Sua Santità nel tempo della sua pubblicazione (1), e quando il sig. Martin Gusinan era in Roma, ma si è mostrato, nelle cose che si sono trattate nella Dieta , grandissimo difensore della Sede Apostolica, nè ha voluto assentir ad alcuna cosa che le abbia potuto apportar pregiudizio, sperando per questo mezzo e per gli officj che fa continuamente il cardinal Paceco , d’ acquistarsi Sua Beatitudine. Con i Francesi, per rispetto del serenissimo re Filippo, e persuadendosi anco eh’ essi lo facessero maggiormente travagliar dal Turco e dalla regina di Transilvania, non aveva buona intelligenza , ed ha mostrato sempre di odiar quella nazione dicendone molto male ; e se ben ora con la pace (2) si sono fatti degli offici amorevoli, credo che l’animo in alcun tempo non sarà sincero, mostrandosi i Francesi ambiziosi dell’impero, e facendo ogni opera per levarlo a casa d’Austria. Con il re Filippo procede con ogni sincerità, e l’ama grandemente, ed occorrendo alcuna difficoltà fra loro la fanno terminare con molta amorevolezza. Dovria con il re di Polonia , essendogli genero e confinante (3), aver strettissima intelligenza, ma si odiano intrinsecamente come nemici, avendo l’Imperatore continuamente fatto guerra alla regina di Transilvania di lui sorella, e non si essendo mostrato di quel modo favorevole alle ragioni sue , per la ricuperazione del ducato di Bari (4), come sperava, e tenendo S. M. all’ incontro grandissimo sospetto che la prima figlia sia morta per veleno, ed essendo stato in timore quest’anno passato anco dell’altra, siccome io scrissi allora alla Serenità Vostra. Del Signor Turco, sebben ora è conchiusa la pace, e che 1) Vengasi quanto abbiamo detto nell’Avvertimento. (%) Di Castel Cambrese. (3) Sigismondo Augusto aveva sposato in prime nozze Isabella, tiglia dell’imperatore Ferdinando, la quale morì nel 1545. Sposò poi in terze nozze, nel 1531 , Caterina, sorella della precedente, vedova di Francesco duca di Mantova. (4) Appartenuto a Bona Sforza sua matrigna, e rivendicalo poi dalla Spagna, come è detto nel T. 3 di questa Serio, p. 211 , <* altrove.