DI TOMMASO CONTAMINI. 1896.	217
hanno, c quando vi va alcun minore, cinque lauti c tre cavalli ; nel resto i nobili sono tutti esenti.
     L’entrate che ne cava l’Imperatore sono principalmente delle miniere, le quali ascendono a 400,000 fiorini, delle trigesime , che è un dazio per il quale si paga un fiorino e mezzo per ogni bue, fiorini 80,000, e delle sessioni dei contadini pure fiorini 80,000 ; intendendosi per sessione una casa con lanto terreno quanto può lavorar un uomo; e di questo si paga due fiorini l’anno. Quello poi che bisogna d’estraordinario si cava per via di diete , e tutto il carico è posto sopra i villani.
     Gli Ungheri restano mal soddisfatti dell’ Imperatore principalmente perchè sono mal difesi, e perdono sempre i loro beni usurpati da’Turchi, e dicono ciò avvenire per tenere Sua Maestà più conto della Germania che dell’ Ungheria; perciocché quando i re abitavano in Ungheria , non solamente si difendevano da’Turchi, ma molte volte ottenevano segnalate vittorie. S’aggiunge che l’imperatore Ferdinando volle che quel regno non fosse elettivo, come era sempre stato, ma ereditario; del che sdegnati gli Ungheri, ogn’altro principe desiderano che alcuno di casa d’Austria.
     L’Imperatore resta anco molto mal soddisfatto degl’ Ungheri perchè quel regno è stato causa che i suoi predecessori e la Maestà Sua al presente abbian impegnato dei loro stati e abbian speso quanti denari han potuto cavare dai loro sudditi per difendere quel regno ; nondimeno gli Ungheri si sono mostrati poco ubbidienti , e poco pronti a contribuire nei bisogni , benché in quest’ ultima guerra pare che abbiano fatto assai.
     Il	regno d’ Ungheria si stendeva per occidente fino al-1’ Austria , per oriente fino al mar Negro , per settentrione lino alla Polonia, e per mezzogiorno fino all’Adriatico. Le piazze principali sono Agria , Toccai, Comorn e Waitzen, piazze piccole sui confini della Boemia , facili da esser tolte. Vi è poi Possonia e Cassovia nella superiore, che sono città nominate , ma non sono però troppo forti.
Relazioni Venete.	28