392 RELAZIONE DI SPAGNA le istituzioni sono buone il tempo le augumcnla , e a poco a poco le va facendo maggiori. Un altro picciol ordine di religion militare si ritrova nel regno di Valenza, dello di Meìidosa, il cui capo è eletto dai proprii cavalieri in vila , c conferisce venti piccole commende situate in quel regno ; cd egli come gran maestro ha 15 in 20,000 ducati di rendila all’ anno ; ed è oggidì gran maestro uno di casa Borgia ritenuto per la inquisizione. Questo ordine ancora ognuno crede che sarà da alcun pontefice aggregato alla corona di Spagna, siccome è stato fatto dei tre sopradetti. Mi resta, per dar compimento a questa parte delle ricchezze di Spagna, dire alcune poche parole dell’ augumento che S. M. potria dare alle rendite sue, e dei modi ch’estra-ordinariamenle potria tenere per prevalersi di alcuna buona somma di danari. I modi di augumentarc si scoprono di giorno in giorno innumerabili, c l’effetto lo dimostra, perchè in tredici anni che S. M. s’è fermata in Spagna l’entrate di questi regni sono quasi raddoppiate. Ma una di due sorte d’ augumento è oggidì posta innanzi al re con i sudditi suoi ; cioè, o che permettano che il diritto che a S. M. devono del dicci per cento sopra tutte le cose che si vendono e comprano sia scosso c pagato interamente, come le fu già concesso, il che imporleria un milion d’oro incirca; ovvero che si lascino imponer un dazio universale sopra la macina , con il quale, per poca che fosse la gravezza, la entrata importerebbe una grandissima somma ; e una di queste due si stima che in ogni modo dovrà avere 1’effetlo. È ben vero che in quella della macina , essendo gravezza sopra il vivere e che toccherebbe a tutti, mostrano le comunità molla renitenza, perchè a questo modo pare che l’antica esenzione che godono in Spagna tutti i cavalieri cd idalghi, ch’è come dire gentiluomini, di non pagar angheria nessuna, verria ad essere interrotta , il che ad essi sarebbe spiacevolissimo ; perchè, olirà che nell’ interesse, si slimeriano intaccati nei loro antichi e nobili privilegi, per i quali, com’ espulsori de; Mori , si guadagnarono questa esenzione dai loro re cristiani, e se l'hanno