256 RELAZIONE DI POLONIA volentieri risoluti in questo che in altro dei principi competitori, per aver esso manco opposizioni degli altri. E sebbene pareva che il principe Ernesto figlio dell’ Imperatore avesse molli lavori, non erano però reali e sinceri perchè più con apparenza che con verità lo favorivano, temendo assai i Polacchi di eleggere a loro re un principe che vicino a quel regno avesse tanti appoggi come avria avuto il principe Ernesto, per la vicinità dell’Ungheria e della Boemia, stali dell’imperatore suo padre, per causa del quale dubitavano anco i Polacchi di dover eutrar un giorno in guerra col Turco, col quale pare a loro impossibile che l’Imperatore possa stare lungamente in pace ; oltreché anco per natura sono i Polacchi poco amici dei Tedeschi. Queste opposizioni si facevano anco al Moscovita, di modo che il vescovo di Cracovia dicono essere stato il primo che con un principale signore di Lituania, volendo 1’ uno escluder 1’ Austriaco , l’altro il Moscovita , attesero a metter innanzi monsignor d’Angiù fratello del re di Francia, e con poca fatica ridussero gli altri a far questa elezione. Della quale io non dirò altro poiché Vostra Serenità ne ebbe particolar avviso da Roma innanzi che io partissi da questa città per la mia legazione. Di questa elezione giunto il primo avviso alla corte di Francia , con molta difficoltà fu creduto nel principio, perché o fosse negligenza di quelli ai quali spettava lo scrivere e spedir corrieri, o che non trovassero aperte o sicure le strade, in Francia ne intesero la nuova certa quasi prima di qua che d’ altro luogo ; però stettero molti giorni senza fare alcun segno d’allegrezza fin che ebbero lettere dai loro ambasciatori , nel qual tempo i Francesi ebbero comodità di pensare e ragionare di questa cosa con più profonde considerazioni ; di maniera che molti della città furono d’opinione che questa fosse una delle peggiori nuove che potesse avere il regno di Francia. La qual’opinione era ed è tuttavia grandemente favorita dal cardinale di Lorena e da tutta la casa di Guisa e suoi dipendenti, i quali non sono mancati di usar molte ragioni col re Cristianissimo e colla serenissima regina madre e col medesimo re di Polonia per dargli ad intendere che