470 RELAZIONE DI TONISI E DELLA GOLETTA loria che in così breve tempo aveva ottenuto di Tunisi e Biserta , assicurandola che la Serenità Vostra ne aveva sentito somma allegrezza , sì perchè stimava la prosperità di Sua Maestà come propria , come perchè la vittoria era seguita per mano di Sua Altezza , alla quale era portato particolarmente grandissimo amore dalla Serenità Vostra. Del che ella mi ringraziò , e disse che era molto certa dell’ animo di Vostra Serenità verso le cose di Sua Maestà e verso la persona sua in particolare , e che ne terrebbe sempre buon conto. E dimorata alcuni pochi giorni in Palermo, passò a Napoli, e di lì andò nello stato di Milano, dove s’intertenne in Vigevano privata-mente, senza passare altrimenti in Spagna , come si ragionava che dovesse fare per informare delle cose di qua, sino al fino del mese di luglio passato, che andò a Genova per montar sopra l’armata di Sua Maestà. Si attendeva dunque in Tunisi dal signor Gabrio Serbel-loni a fortificare con diligenza il forte e metterlo in difesa, mentre dal regno di Napoli e da quel di Sicilia s’ attendeva con le galere e navi a mandare le provvisioni necessarie, essendosi scemato il numero degli 8000 fanti che vi furono lasciati dal signor Don Giovanni, tra morti e mancali per altri accidenti, a 5000 in circa. Ed essendo dalla Goletta, quando Sua Altezza tornò dall’acquisto di Tunisi, stati levali i soldati vecchi, che vi erano stati dentro tempo assai, avendo essi così ricercato, e messovi de’ nuovi di Spagna, ed intendendosi già della potentissima armata che preparava il Turco , con lutto ciò non fu fatta quella provvisione intorno alla Goletta che a un pericolo così grande si ricercava , o perchè non si credesse che il nemico fosse per tentare quell’ impresa, ovvero perchè si assicurassero della fortezza, la quale era stimata che fusse inespugnabile e la più sicura del mondo, o pure perchè si credesse altrimenti de’soldati che vi erano dentro, pensandosi che ve ne fosse in maggior quantità. I quali non arrivavano a mille al governo di don Pietro Portocarero, persona, se ben principale ed onorata, non però pratica ed esperta delle cose della guerra, massime in una piazza tanto importante , avendo anco esso Portocarero rifiutato circa 800 fanli ila-