DI GIROLAMO LIPPOMANO. 1575. 301 lettera in quel cambio scritta dalla stessa Maestà Cesarea. Così voltati i pensieri dalle giostre, che si dovevano appunto fare in quel giorno, in duoli e lacrime, e ristretta Sua Maestà con i più familiari francesi che avesse, si risolse in ogni modo di partire. E mandati via molti di essi, con mostra che andassero in Àiemagna per trattare del suo passaggio a settembre, commise loro che andassero ad apparecchiargli di passo in passo cavalli freschi ; e la sera dei 18 di giugno , a due ore di notte, dopo essersi messo in letto e licenziato i Polacchi, tornatosi a vestire, con pochi dei suoi confidenti, per una porta segreta del castello, se n’ andò verso la Slesia, avendo ordinato ai camerieri che non aprissero la mattina se non ben tardi le porte delle sue stanze. Ma essendo stata veduta e subito pubblicata la sua partita, della quale si aveva già qualche sentore, si mise in arme talmente tutta la città con tanto strepito e spavento, che non vi fu persona pubblica nè privala che si tenesse salva, non vedendosi altro per tulte le strade che armi e torce accese, che parca di mezzogiorno, e fu veramente miracolo di Dio che con tanto tumulto non succedesse in quella notte maggior disordine di quello che successe. E così i principali si dettero subito a seguitarlo con gran numero di cavalli per trattenerlo, e massime quelli che, per aver la cura della sua persona e per esser più favoriti, potevano dubitare di aver castigo dalla repubblica , tra i quali fu il Tenczinski gran ciamberlano , il quale, per obbligo del suo ufficio, do-vea dormire nella propria camera del re. Questo raggiunta S. M., ma con pochi e nel paese dell’ Imperatore, non potè fare altro che pregarla e supplicarla a non partirsi in quel modo ( per dir le medesime parole ) con poca sua reputazione e con tanto danno dei Polacchi ; ma gli fu risposto da S. M. che ritornasse, che avea lasciato nella camera lettere dalle quali chiaramente si poteva comprendere che il gran bisogno delle cose di Francia lo faceva partire, nou rifiutando per questo il regno di Polonia ; onde il Tenczinski se ne ritornò con questa nuova che il re se n’ era già passalo liberamente alla volta di Vienna. Ma perchè il rumore di quella notte era grandis-