DI GIACOMO SOKANZO. 1562. 151 da molli è creduto che sia principio di gotta ; onde sebbene si diletta assai della caccia, però non può fare molta fatica, e sebbene vada a cavallo si fa sempre condurre i cocchi dietro. Si diletta grandemente oprare di mano sua, e disegna e lavora al tornio, e altre cose tali ; ma sopratutto favorisce chi fa nuove invenzioni d’artiglierie, polveri e altre cose tali, ed egli medesimo n’ ha trovate delle nuove e aggiunte all’ altre. Medesimamente favorisce gli architetti, e tutti quelli che gli portano còse nuove pertinenti a guerra o fortificazioni, e a tutti dona ; e ho inteso che ha in disegno non solamente lo stato di Vostra Serenità, e particolarmente tutte le sue fortezze con molti discorsi fattivi sopra, ma anco il silo di questa città con avvertimenti e discorsi come si potesse oifendere. Ha in moglie Maria sorella del re di Spagna , la quale ama quanto è possibile, perchè sebbene non è mollo bella, è tanto savia e cattolica , che più non potrebbe essere. Con questa ha già avuto 10 figliuoli, otto de’quali sono vivi, cioè due femmine, e sei maschi ; la prima delle quali si disegna dare al principe di Spagna, o al redi Francia, e la seconda al re di Portogallo, e n’è già stato tenuto proposito; ma i Portoghesi hanno risposto, che sebbene il partito gli piace, però essendo il re in cosi tenera età non pare ora da promettersi cosa , la quale , come fosse il re in più matura ètà, potesse facilmente rompersi. Tra l’Imperatore e Sua Altezza non vi è molla soddisfazione, restando S. M. mal soddisfatta del figliuolo pel sospetto che dà per causa della religione; e questa è stata forse la causa principale che non gli ha dato governo alcuno assoluto , oltre che per questa stessa causa non si fida intieramente del suo consiglio ; come all’ incontro il re resta poco contento del governo del padre, parendogli che sia troppo in preda de’ suoi consiglieri e ministri ; ma sopra tutlo gli preme vedere l’arciduca Ferdinando suo fratello al governo del regno di Boemia, dove ha tutta la suprema autorità , e di grazia e di giustizia, come s’egli fusse re ; il che è gravemente tolleralo da Sua Altezza, parendole eh’ essendo quel regno suo, e per elezione e per eredità , ragionevolmente il governo dovesse essere in mano sua più presto