DI VINCENZO QU1RINI. 1507. 31 Fiandra di 10,000 uomini da fatti, tutti pagali delle entrate di quel paese, da adoperarli però solo contra Francesi. E questo basti quanto alla qualità e potere del re de Romani. Quanto spetta all’ essere nel qual Sua Maestà si è trovata e si trova con l’Imperio , le Eccellenze Vostre siano attente, acciocché in questi importantissimi tempi possano far con fondamento le loro deliberazioni, perché da questo dipende il tutto. Il re de’ Romani, da poi la morte di madonna Maria sua moglie (1), figliuola del duca Carlo vecchio di Borgogna e madre del quondam re Filippo di Castiglia , avendo lasciato il governo del paese di Fiandra ed il figliuolo, per soddisfa-zion di quei popoli e quasi per forza, se ne venne ad abitare in Alemanna ; dove essendo morto il padre imperator Federico (2), si ritrovò con poco credilo e manco danari, e poco obbedito e temuto dai principi dell’ Imperio. E questo perché tra loro si ritrovavano in quel tempo l’arcivescovo di Magonza vecchio, l’arcivescovo di Treveri vecchio, il presente arcivescovo di Colonia, il duca Giorgio di Baviera, il conte Palatino e l’eleltor di Sassonia, eh’ erano i primi signori d’ Alemagna, i quali tutti si tenevano da tanto come il re e più ; né mai Sua Maestà da quel tempo fino che costoro vissero ed ebbero credilo potè convocar dieta alcuna dalla quale ottenesse quello che desiderava. Tra tutti, quelli che più contrariasser alle voglie sue erano l’arcivescovo morto di Magonza e il conte Palatino, i quali insieme tiravano tutto f Imperio alle lor voglie. L’ arcivescovo di Magonza tirava la maggior parie delle terre franche per esser savio e molto stimalo da esse, ed era quello che sempre le favoriva e che fece la lega tra le 28 terre di Svevia e alcuni altri principi ; e il conte Palatino tirava quasi tutti i principi dell’Imperio ; per modo che nelle diete mai si determinava cosa che il re volesse. Per questo, fino alla morte del detto arcivescovo di Magonza e alla distruzione del Palatino, che fu quasi in un tempo , e non sono ancor passali tre anni , mai non potè il (I) Accaduta nel 1482. (4) Il 19 agosto 1493.