32 RELAZIONE DI GERMANIA re unir lo Imperio nè conlro Francesi per il ducalo di Milano e per il ducato di Borgogna, nè contra gli Ungheri, nè con-tra alcun altro, ancorché la Maestà Sua tentasse molte volte di farlo. E perchè il tempo porta sempre le occasioni con sé, vedendo il re non poter far cosa che desiderasse per la resistenza di questi principi, deliberò andar temporeggiando, e cominciò a poco a poco, ogni volta che moriva un vescovo principe deU’Imperio, a favorir qualche suo fidalo amico ovver parente al vescovado , e favorivaio per modo che quasi sempre i canonici per compiacerlo lo eleggevano. E questo non solum faceva coi principi ecclesiastici, si vescovi come abbati e maestri d’ordini e priori, ma etiarn cercava sempre di favorire e accarezzare i primogeniti dei principi secolari, acciocché, da poi la morte del padre, seguissero le voglie sue. Dopo questo , ultimamente , fa già quattro anni, per la morte del duca Giorgio di Baviera, nacque la guerra tra il duca Alberto di Baviera e il Palatino, e il re tolse a favoririi duca Alberto suo cognato, e con i vescovi e principi, che già si aveva fatto amici, tanto si affaticò in quella guerra che distrusse il Palatino ; il quale, per non aver obbedito a quanto fu determinato in Augusta circa la eredità del detto duca Giorgio di Baviera, non fu da alcun principe dell’imperio soccorso. Nel tempo di questa distruzione morì ancora l’arcivescovo di Ma-gonza e quello di Treveri, e in loco del treverense succedette uno stretto parente del re , che già un anno venne per suo oratore alla Sublimità Vostra , e in loco del maguntino un altro non simile in saper e potere al predecessor suo , il quale ora molto dipende da Sua Maestà. E così a poco a poco questo re de’ Romani, avendo distrutto il Palatino, ed essendo morti i principi potenti suoi contrarj, e ritrovandosi moltiplicali gli amici suoi posti per lui in dignità, è andato tanto crescendo che si è fatto quasi onnipotente tra tutti i principi di Alemagna, tanto che non se ne trova pur uno che ardisca contrariarlo in cosa alcuna , sì per il credito che ha acquistato in distrugger il Palatino , come edam per il favor che gli danno i principi giovani e i vescovi nuovamente eletti. Il qual favore, da poi la morte del quondam re Filippo suo figliuolo, è ere-