130 RELAZIONE DI GERMANIA non co.sì presto può effettuarsi il concilio, perchè, dopo la convocazione della Dieia , vi bisogna almeno Ire mesi di tempo prima che se gli dia principio, e poi si consumeranno sei e forse olio mesi prima che vi facciano deliberazioni ; le quali, quando anco fossero quali si desidera, che a gran pena si può credere, non così presto si inelteriano in esecuzione. Onde o non si farà cosa alcuna , o se si farà sarà mollo larda. Se si fa ino il concilio senza protestanti, nissun utile si può sperare, perchè i decreti saranno falli dai cattolici solamente, anzi non accaderà se non confermare i già falli, e gli eretici non perciò si mutcranuo. G però i più prudenti non hanno lodalo questa via di concilio, la quale non può mitigare gli animi che son tanto esasperati, ma avrebbero voluto che prima si fosse fatto un collegio degli uomini dotti di lulte le nazioni, con intervento d’ambasciatori de’ principi , i quali avessero amicabilmente trattato con i protestanti, e con la via della desterità si fossero sforzali d’ accomodare quelle più cose che s’avesse potuto, cedeudone alcune e mantenendone altre, con il che si fossero deposti gli odj e quietali gli animi, onde si potesse poi più facilmente andare unitamente al coucilio, e li decidere quelle cose clic fossero restale imperfette. Ma ora che il coucilio è aperto , questa via non è più giudicata buona , perchè non vi saria la dignità d’ esso concilio. Le forze che potrebbe mettere insieme la Germania, quando tutla fosse unita, sono grandissime, sebbene già solevano esser anco in maggior reputazione ; ina non vi essendo capo alcuno, il quale non solamente la possa unir tutta, ma che nè anco abbia reputazione o seguito tale, come ebbero questi ultimi anni il duca Gio. Federico di Sassonia , il langravio d’Assia, il duca Maurizio, il marchese Alberto di Brandemburg, non è di presente da temere che si possa vedere unione alcuna che sia formidabile. Pur essendo quella provincia abbondantissima di gente, e molto atta alla milizia, potrebbe fare più di 150,000 fanti e 60,000 cavalli ; ma basterà ora dire solamente di quegli aiuti che può sperare l’imperatore d’ottenere dalle Diete, le quali più volte hanno conceduto a Carlo V 20,000 fanti e 4000 cavalli pagali per