34 RELAZIONE DI GERMANIA per acquistar nuovi stati che sono dell’ Imperio. E di questo istesso animo sono tutti i soprannominati principi, che altro non desiderano , per esser giovani, che discender ancor essi in Italia ed occupare qualche stato per sè e per i parenti : e per questi rispetti sempre i detti principi seguono ora nelle diete la parte della Maestà Cesarea. Sono ancora, oltra tutti questi principi secolari ed ecclesiastici , favorevoli al re alcuni altri che non sono così disposti a seguir le voglie di Sua Maestà per amore ed affezione come i sopraddetti, ma pur le seguono per paura , come il duca Alberto di Baviera e il duca di Sassonia elettore, il conte Palatino, l’arcivescovo di Colonia, il vescovo di Er-bipoli, e l’arcivescovo di Mechelburg fratello dell’ elettor di Sassonia; con i quali la maestà del re usa quest’arte. Prima, per far star quieto il duca Alberto di Baviera suo cognato, sostenta il Palatino suo inimico e non lascia che sia totalmente distrutto ; e per questo sospetto detto Duca Alberto non ardisce far alcuna dimostrazione contra il volere di Sua Maestà , la quale se si mostrasse favorevole al Palatino, il duca Alberto saria distrutto ; e similmente il Palatino saria totalmente da’ suoi inimici discacciato se Sua Maestà non lo sostenesse, cioè dal duca di Virtemberg, dal langravio d’Assia, dal duca Alberto di Baviera e da tutta la lega di Sve-via. Con questa istessa arte il prefato re tien sotto di sè il duca di Sassonia elettore e l’arcivescovo di Mechelburg suo fratello, i quali hanno gran differenze con il duca Giorgio di Sassonia loro cugino germano, e per le differenze che hanno insieme non ardiscono di scompiacergli in niuna cosa. Cosi etiam fa il vescovo di Erbipoli, il quale è sempre a questi tempi il primo ad assentire a Sua Maestà in ogni cosa per le differenze che ha con il langravio d’Assia ad instanza del Palatino. Similmente l’arcivescovo di Colonia al presente non si discosta punto dal voler della Maestà Cesarea per la discordia che ha con la città di Colonia, e se non fosse il re, già il detto arcivescovo dai proprj cittadini saria stato disfatto ; ma lui intertiene e mantien questa discordia acciocché nè l’arcivescovo nò la terra ardiscan di contrariarlo