1)1 LEONARDO DONATO. 1573. 457 di quando in quando con il guadaguo in Spagna. E se bene il concedere i terreni in feudo perpetuo tiene in sé molte pre-giudiciali contrarietà alla M. S., nondimeno, quando ella conoscesse di poterne cavare tanta somma d’oro in un colpo, è giudicato che se ne vorrebbe prevalere. Ma perchè si vede che quelli che dicono desiderar la concessione non hanno tanto da dare quanto si vorrebbe, perciò si resta ancora di devenire al contratto della concessione. Il che arguisce che negli Spagnuoli abitanti le Indie non ci sia quella tanta meraviglia di ricchezza che per il mondo si predica, perciocché, come ho detto, il nervo dell’ oro viene a poco a poco quasi tutto in Spagna. Ma le ricchezze proprie di S. M., che come re in queste Indie possiede, essendo suo il quinto di tutto quello che cadauno cava e guadagna, sariano grandissime e immense, se non fossero parimente grandissime le spese che per custodirle e governarle son fatte. Tuttavia quello ch’ella ne cava di netto, e che in Spagna è condotto per conto suo in oro e argento, non solamente colato ma in gran parte anche coniato, è, un anno per l’altro, novecentomila e anche un milione di scudi. Ed io so che l’amministratore della casa della contrattazione di Siviglia, nella quale entra tutto l’oro e argento privato e pubblico ogn’ anno, ha detto con persone di rispetto e di credito di aver ricevuto, in anni sedici che tiene quel governo , il valore , in oro e argento , di ottanta milioni di scudi, che sariano appunto cinque milioni all’anno; ed essendo il quinto di S. M., viene ad essere quello che apparteneva a lei un milione all’anno. Ma appresso di questo, quel- lo che mi fa credere che così sia è che i tre anni passati, di agosto, di settembre e di ottobre, le flotte che in tempo mio sono venute, una portò per conto di S. M. un milione e cento mila scudi, e per conto di particolari quattro milioni; la seconda in tutto poco meno di cinque milioni ; e la terza, che per alcuni accidenti non potè venire intiera, ne condusse nondimeno per il re più di settecento mila scudi ; il che viene ad essere circumeirea quanto io ho di sopra detto. Ma oltre tutta questa netta e sgranellala entrata che queste Indie danno alla M. S., è di grandissima considerazione, per la Relazioni Venete. 58