DI GIROLAMO LIPPOMANO. 1375. 289 è cosa senza comparazione, non polendo a questo nè anco il re medesimo rimediare, onde ne nascono infiniti disordini; avvegnaché non potendo essere tutti gli uomini giusti e buoni ne succede che i poveri cittadini menano vita infelicissima , poiché possono i loro signori disporre della roba e della vita di essi in quel modo che à loro più piace, senza appellazione di sorta alcuna ; e stimano anco questa lor giurisdizione in maniera che, affittando, donando e vendendo castella e ville ad alcuno con atto di alienazione, trasferiscono anco la giurisdizione e la potestà che hanno sopra gli abitanti. E non solamente quelli, che con questo titolo fanno acquisto di simili beni, hanno giurisdizione sopra la roba e la vita degli uomini, ma anco i capitani sopra le loro compagnie di soldati ; e quello che è cosa di maggior meraviglia, fino gli Ebrei, quanto alle cose civili , fanno il medesimo fra di loro. Oltre di questo, non pagano i nobili gravezza di sorta alcuna , se non di un ordinario antico e poco 'osservato, che é di due soldi per campo, essendo però obbligati di andare alla guerra a loro spese. Ma quando è qualche causa fra i nobili, che uno di loro abbia ammazzato un altro fuori della giurisdizione propria , non solamente non può egli essere giudicato da altri che dal re col senato, ma neppure esser ritenuto che prima non sia formato processo legittimo, e conosciuto reo, eccetto in alcuni pochi casi enormi e d’importanza. E se viene ammazzato un nobile da un ignobile o plebeo ( il che rare volte avviene ), non solo è fatto morire il reo, sebbene avesse fatto l’omicidio per manifesta e necessaria difesa, ma ancora il governatore di quel luogo e due consoli s’intende che siano condannali a morie, sebbene non ne sapessero nulla ; tanlo viene stimala questa nobiltà , la quale è in gran numero, sebbene molti siano cosi poveri che arano la terra ; avendo anche tanta cura che altri, che non sia dell’ordine , non s’intrometta in esso , che si tiene par-ticolar nota delle armi e famiglie loro negli archivj del re, bastando all’esser nobile esser nati di legittimo matrimonio e di padre nobile, benché la madre sia d’altra condizione, non Relazioni Venete. 37